(\\__SAINT SEIYA - Last Legion__//), la versione definitiva del testo, senza interruzioni e commenti

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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 15:41





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Una fan fiction di Lune & Shaka_81 ispirata ai personaggi della serie manga e anime Saint Seiya ideata da Masami Kurumada.



Un'esclusiva del forum Saint Seiya....universo myth cloth.



Il tentativo di un grande "What If.." narrativo che sfrutta, non senza alcune libertà, caratteri della storia originale per costruire una trama alternativa.



Ogni riferimento a personaggi ed elementi della storia già esistenti è esplicitamente voluto, e da considerarsi in riferimento ad essa nulla più che un sentito omaggio alla fantasia e al successo dell'universo creato da Mr.Kurumada.



Per ogni commento, critica o suggerimento (assolutamente graditi) si rimanda al topic Saint seiya....universo myth cloth > il manga di ss > fan fics/fan art > SSLL < SAINT SEIYA - Last Legion >



Un ringraziamento speciale ai nostri primi lettori che hanno permesso alla nostra immaginazione di imbarcarsi nell'impresa. Buona lettura.




 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:03




PROLOGO: La notte degli inganni

=0=
Al santuario è tarda notte, già odore d’alba all’orizzonte. Nell’aria qualcosa di strano non lascia presentire nulla di buono. Un giovane uomo sta scappando, si precipita giù in corsa dal palazzo del grande sacerdote, porta con sé qualcosa, qualcosa di importante, un fagotto che nonostante l’affanno tiene con sé con molta attenzione.
E’ un cavaliere d’oro, Aioros del Sagittario, accusato di tradimento fugge dalle sale di Arles. Porta tra le braccia una bambina ancora in fasce, l’ha sottratta dal giaciglio in cui il Grande Sacerdote ha cercato di farla giacere per sempre, attentando alla sua vita indifesa con un gladio d’oro.
Qualcosa arresta la sua fuga. Qualcuno. Un suo confratello, il cavaliere d’oro che custodisce la casa più vicina alla sua, Shura del Capricorno. Sta camminando contro di lui con quell’aria sicura e spavalda che lo contraddistingue, quella che solo i cavalieri d’oro di immani poteri come lui possono avere, ma stanotte qualcosa di insolito brilla nei suoi occhi. L’ombra della volontà di Arles nella sua mente è forte questa notte, e il cavaliere della decima casa, il più fedele e riconoscente ad Athena, sta per commettere qualcosa di cui in futuro potrebbe pentirsi. I due Cavalieri si stanno dicendo qualcosa. Shura gli urla contro puntandogli il braccio destro teso. Aioros gli grida che no, non si arrenderà, quella bambina deve essere protetta. Shura attacca, Aioros schiva il colpo senza apparente difficoltà ma è ancora privo delle sacre vestigia e di fronte agli attacchi di Shura sembra avere la peggio. Allora posa a terra la bambina - forse consapevole che il Saint del Capricorno non le avrebbe mai fatto del male - e invita Shura a farsi sotto. Dopo essere stato atterrato da un colpo, il Cloth del sagittario corre in suo aiuto disponendoglisi addosso. Ma il combattimento si preannuncia arduo, perché due cavalieri d’oro nel pieno delle loro forze stanno per scontrarsi. Shura alza di nuovo il braccio ma…


Edited by lune - 29/7/2006, 17:07
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:05




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=1=
... in quel momento, il cielo si infiamma. I due cavalieri sono distolti dal loro combattimento, entrambi stupiti da quello che sta accadendo. Tutto il cielo è diventato rosso, come se il fuoco di mille tramonti lo avesse reso incandescente. Le stelle che brillavano attente vegliando sul santuario non si vedono più, quella luce fiammante, innaturale e terribile, che ora arde alle loro spalle le ha rese invisibili. I gemiti della bambina tra le braccia di Aioros diventano urla, terrorizzate, agghiaccianti. Anche lo sguardo di Shura, sempre pronto alla battaglia, manifesta un istante di smarrimento. La paura e il sospetto si spezzano al rumore di passi che battono sul suolo, pesanti come un terremoto. Qualcuno si sta avvicinando ai due Gold Saints. Sembra un uomo, alto, massiccio, avanza con aria feroce ma il passo è incerto, zoppica. Quando si avvicina il suo sguardo si rivela crudele, folle quasi. L’armatura che indossa è costellata di lame che sembrano incandescenti ed emanano un chiarore di fiamma. Due le ha in pugno. Avanza col suo passo appesantito e irregolare, sembra puntare ad Aioros. Impugna due delle sue spade più lunghe, una è rivolta direttamente contro il cavaliere del Sagittario. Ma il suo sguardo stralunato non fissa negli occhi il nemico, come fa quello di ogni cavaliere leale, piuttosto sembra rivolto alla bambina. Eppure il volto di Aioros non è stupito, forse appena meravigliato, perché questa è l’ultima prova che ciò che si dice di quella bambina è vero; la vita della piccola è troppo preziosa per pensare che possa essere condotta in pace. Aioros intuisce che il nuovo nemico è più pericoloso di Shura, poiché da lui non c’è motivo di sperare ragionevolezza o pietà. Il guerriero straniero si ferma, pianta al suolo una delle spade, sfila dalla cintura una lama più corta, anche questa arroventata, e la scaglia con un gesto veloce e preciso in direzione del cavaliere del Sagittario. Aioros riesce a scivolare alla sinistra del fendente con un rapido movimento. Un altro coltello fischia velocissimo nell’aria, Aioros lo schiva di nuovo ma una terza lama viene scagliata immediatamente. La rapidità con cui lo sconosciuto carica e spara i suoi coltelli è sorprendente, superiore alla velocità della luce con cui il cavaliere del Sagittario ha danzato su se stesso per evitare i colpi. Non farsi prendere dal terzo lancio è una grande prova di abilità. Aioros viene solo sfiorato all’altezza della coscia destra, ma perde l’equilibrio. Il quarto sembra inevitabile, Aioros ha un braccio impegnato dalla piccola e potrebbe solo usare la sinistra per cercare di arrestarlo. Ma non serve. Qualcosa si è frapposto tra lui e il nemico:
Aioros: “Shura, amico!?!”
Shura: “Chiunque sia e da dovunque venga, per quanto veloce, non può avere difese contro Excalibur..”
Aioros: “Allora.. adesso mi credi?”
Lo sguardo del Capricorno ha perso quel lume infausto, adesso è di nuovo quello di un tempo, cede a un attimo di esitazione, smarrimento, il colorito del volto per un attimo accenna un’ombra di rossore: “Credo che la bambina debba essere difesa da questo nuovo nemico”. La velocità di questa battuta è accompagnata dalla velocità di un gesto. Shura è rivolto ad Aioros il quale è inginocchiato, con in braccio la piccola che continua a urlare; dà le spalle al nemico che sta lanciando una nuova lama rovente. Ma, senza voltarsi e continuando a parlare col suo compagno, quasi con noncuranza, Shura ha torto lievemente il busto e ha interrotto il volo del pugnale con il braccio.
Lo sconosciuto fa una smorfia. Shura si volta e…. “EXCALIBUR”: un lampo verticale percorre il terreno e arriva al guerriero nemico; questo riafferra la spada che aveva piantato per terra, la impugna orizzontale davanti a sé e incassa senza nessuna fatica il colpo micidiale del Capricorno. Shura allora si getta contro il nemico, leva in aria il braccio destro, il bracciale dell’armatura brilla netto contro il cielo fiammante, carica con tutta la forza che può un colpo potentissimo. Ma viene parato. Il guerriero straniero incrocia in aria le sue spade e blocca il braccio di Shura a mezz’aria.
Shura “Cosa? Com’è possibile? Quale arma potrebbe mai rivaleggiare con la forza della Sacra Lama di Athena?”
Shura continua a infondere forza al colpo, il punto in cui le armi si incontrano scende all’altezza dei volti. Lo sguardo del Capricorno ora ne incrocia uno incredibile, sovrumano che lo trafigge attraverso l’elmo. Shura fa una smorfia, un sorriso beffardo, e lanciando un grido di guerra, tira indietro il braccio, carica di nuovo e vibra un altro colpo ancora più devastante, stavolta diretto esattamente nel punto in cui le armi del nemico si incrociano. Il stridore delle armi è insopportabile. Shura “Non è la prima volta che Excalibur trova un nemico alla sua altezza, è già accaduto ma allora almeno si era trattato di..”
Ma non riesce a finire la frase, accecato prima dal sangue poi dal dolore.
 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:08




=2=
Il nemico è illeso, spinge via il corpo stordito del Saint del Capricorno, questo a stento riesce a non svenire ma non può rialzarsi.
Aioros, allibito, guarda con terrore il guerriero che in un attimo ha fermato la sacra spada e sconfitto il cavaliere del Capricorno senza nessuna apparente difficoltà: chi mai può avere la forza di compiere tale impresa? La paura gli scorre come un fiume in piena nelle vene, il suo corpo per un attimo rimane bloccato e accusa gli effetti di un istante di panico. Il guerriero misterioso pare accorgersene perché sembra ridere sotto la sua armatura. Ma il Saint del Sagittario non è indifeso né inesperto, recupera velocemente il coraggio e si prepara a combattere, anche fino alla morte, per difendere Athena. Il guerriero sconosciuto avanza, il passo incerto da storpio, un bagliore rosso dalla feritoia per gli occhi sull’elmo. Aioros carica il peso all’indietro sul piede d’appoggio, tira indietro il pugno e brucia il suo cosmo, le ali del Cloth sono aperte e scintillanti, quasi volessero intimorire l’avversario almeno col loro aspetto minaccioso. Il guerriero infuocato innalza al cielo la lama con cui ha appena abbattuto la sacra spada, lo scontro è imminente... ma il cavaliere di Ariete si materializza tra i due: “CRISTAL WALL!”. Poi si volta e teletrasporta Aioros più indietro, alle spalle di Aldebaran e Aioria, accorsi sul posto, esattamente un attimo prima che il muro di cristallo vada in frantumi, apparentemente senza essere stato neanche toccato. Ma le corna del Toro d’oro e le zanne del Leone brillano ancora speranza nell’aria infuocata: “GREAT HORN!”,“LIGHTNING PLASMA!”. Sotto i piedi del guerriero misterioso si materializza un tappeto di petali di rosa e dietro le sue spalle Deathmask alza un dito al cielo e la bocca dell’Ade si spalanca ai suoi piedi…….
Il guerriero di fuoco è scosso da visibili tremiti ma non per gli effetti del micidiale concerto di colpi. Con orrore i gold Saints si rendono conto che sta ridendo di loro, delle loro tecniche più potenti, che contro di lui, nel cuore del santuario, regno di Athena, sembrano non sortire alcun effetto.
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:10




=3=
“Per quale scherzo della tua mente malata osi ridere dei Saints di Athena? Dopo il mio attacco non riderai mai più! Scarlet Needle!”. 14 punture nello spazio di un battito di ciglia vengono scagliate dal cavaliere di Scorpio, comparso dal nulla dietro le spalle dei gold Saints ancora pietrificati da paura e incredulità. Nessuno, nessuno era mai riuscito a sopravvivere all’attacco di 4 gold contemporaneamente e persino dal volto del cavaliere del Cancro è sparito il sorriso, per lasciare sul volto una smorfia contratta, forse per la prima volta un smorfia di vera paura, i muscoli tesi e il sudore copioso che gli riga il volto. Ma il guerriero misterioso sembra essersi stancato di giocare: aveva evitato gli altri colpi senza muovere un muscolo, stavolta all’attacco dello scorpione ruota lo sguardo in direzione del Saint, alza il palmo della mano contro le punture dello Scarlet needle: ”Attento Milo!” grida Mu riconoscendo una tecnica simile alla sua. L’avvertimento arriva troppo tardi, perché già un muro di fuoco, molto simile al Cristal wall, ma fatto di fiamme e scintillante come lucido acciaio, si erge di fronte al Saint di Scorpio. Le punture dello Scarlet needle sembrano penetrare nel muro e Milo già si prepara a lanciare Antares quando 14 fiotti di sangue sgorgano dal suo corpo, disegnando la costellazione dello scorpione e colpendo i suoi principali organi vitali. Milo cade a terra in preda a violente convulsioni. Nessuno si era accorto che lo scarlet needle era stato ribattuto ma ora sono già due i cavalieri a terra.
“Aldebaran.. la bambina..” esclama Aioros con l’intenzione di affidare al cavaliere del toro la piccola; lei non smette di strillare e le sue urla sono strazianti al punto che paiono provenire da un altro mondo. Intende sfruttare la sua ultima risorsa, la più micidiale, la terribile freccia d’oro del Sagittario. Ma resta senza parole, spalanca lo sguardo per la paura e gli occhi sembrano velarsi di lacrime. Solo ora si accorge di non avere più con sé l’arco, il simbolo stesso della sua costellazione, l’arma eterna e invincibile dei cavalieri. La lama che poco fa lo aveva colpito sulla gamba destra non era stato un tiro impreciso, tutt’altro: il guerriero straniero aveva mirato esattamente in quel punto, aveva usato una delle sue lame roventi appositamente per privare Sagipter dell’arco e spiccarlo dalla sua posizione nel Cloth. L’espressione di Aioros da stupita diventa disperata.. adesso inizia a capire. Non termina la frase, non porge la bambina a Aldebaran, si volta indietro e scappa. Alle sue spalle i cavalieri ancora in piedi sembrano non capire, nessuno degli eroi di Athena si è mai rassegnato a un attacco, più di tutti Aioria non riesce a spiegarsi l’azione del fratello e reagisce con rabbia. Mu è sparito in un lampo di luce. Aphrodite scaglia un nuovo attacco di fiori mortali ma le rose che evoca si inceneriscono appena sfiorano l’armatura del nemico; questo ancora immobile continua a tacere quasi fosse solo spettatore di un teatrino di tentativi di resistenza del tutto inutili. Ancora stranito Aioria si risolve per una mossa forse troppo ardita: schizza con furia verso gli altri due compagni, Deathmask e Aldebaran, e si inginocchia alla destra del Toro. Deathmask comprende e in un attimo scatta alla sinistra di Aioria: “ATHENA EXCLAMATION!!”. E’ la tecnica proibita di Athena, poiché di fronte ad essa ogni nemico sarebbe indifeso e spacciato.. ma come in un copione tragico e ripetitivo il colpo viene ribattuto dallo straniero con un grido di guerra, un suono orribile che pare quasi provenire dal fondo di un cratere aperto sul centro della terra. Il risultato è solo che i tre gold, sfiniti, si accasciano momentaneamente a terra.


 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:11




=4=
La fuga di Aioros è immediatamente frenata; sotto i suoi piedi il suolo è scosso, gli si crea davanti una frattura per l’esplosione di un getto di lava da cui il cavaliere si salva solo saltando all’indietro: con un battito violento delle ali d’oro si innalza a mezz’aria ma il guerriero ha ripreso a scagliare le sue lamine infuocate, ora fittissime, come una pioggia di fuoco generata contro Aioros. Gli è impossibile schivarle e ricade a terra. I santi di Athena sono praticamente disarmati di fronte a un nemico sconosciuto che ora di nuovo avanza, col suo passo da storpio, verso Sagittario, che è a terra con la bambina strepitante tra le braccia.
”GALAXIAN EXPLOSION!!!!” Una pioggia di meteore si abbatte sul guerriero misterioso, facendolo indietreggiare. Aioros si volta terrorizzato, ma la paura si cambia subito in confusione; poi finalmente in speranza. Dalle stanze del Grande Sacerdote, il celebrante di Athena in persona sta scendendo verso il luogo dello scontro. Cammina verso il guerriero straniero che ha incassato anche il nuovo colpo ma che stavolta sembra aver accusato la potenza dell’attacco subìto perché si volta e per la prima volta degna di reale attenzione un nemico. Il passo del grande sacerdote si fa via via più spedito. Via l’elmo e la ricca tunica nera da officiante. Ormai la sua discesa è veloce, una corsa contro il nemico. Anche i Gold che sono a terra lo vedono e una luce nuova di sollievo fa breccia nei loro sguardi stravolti: il profilo delle dodici case e della statua di Athena che si staglia contro la luce malsana del cielo arroventato si carica per loro di un nuovo significato di speranza quando vedono quell’uomo nudo precipitarsi contro il loro nemico. Si ferma poco lontano dal guerriero chiude gli occhi e spalanca le braccia. In quell’istante qualcosa gli sfolgora attorno, come schegge di sole in quella notte maledetta, sono le vestigia di Gemini che lo hanno rivestito, richiamate dal loro sonno nella terza casa del santuario. Lo sguardo di Saga incrocia quello di Aioros. Il Sagittario accenna quasi un sorriso ma non può nascondere un’aria interrogativa: prima di volgersi con ferocia contro il nemico Saga ricambia quello sguardo con uno altrettanto confuso, ma tuttavia sicuramente amico. Forse neanche lui sa cosa è successo, l’unica certezza del Saint dei Gemelli è che Athena ora ha bisogno della sua difesa. Alla ferocia del guerriero sconosciuto si aggiunge la rabbia per la presenza di un nuovo cavaliere, l’unico ad averlo fatto indietreggiare con il suo attacco. La sua armatura sembra brillare di una luce ardente, dello stesso colore del cielo, come se la rabbia che gli stava crescendo dentro l’avesse accesa di un fuoco d’odio alimentato dal suo cosmo oscuro. In quel momento la temperatura inizia ad alzarsi, aumenta in maniera esponenziale e in pochi istanti il calore si fa intollerabile. I Saint a terra stentano a respirare, schiacciati dal caldo amplificato dal peso delle loro armature. Neanche Aioros riesce a muoversi ma si è creato davanti un vero e proprio guscio incrociando i lembi delle ali, per proteggere la bambina le cui urla tuttavia sembrano affievolirsi, miserevolmente soffocate. Nessuno dei colpi di Saga sembra sufficientemente potente per abbattere o almeno danneggiare di nuovo il nemico. Delle ondate di fuoco vivo attraversano l’aria, il guerriero venuto da lontano sembra muoverle con movimenti del volto appena percettibili. Sfiorano da ogni lato il corpo di Saga che le schiva con qualche difficoltà, i suoi movimenti si fanno più gravi per via dell’armatura che si fa sempre più pesante, quasi stesse per squagliarglisi addosso. Un calcio molto potente colpisce alla nuca il soldato misterioso, è colto di sorpresa ma il colpo è pressoché insignificante.. è Aphrodite dei Pesci che si è portato alle spalle del nemico e cerca di abbatterlo da dietro. Questo accenna appena un movimento del capo. Aphrodite sente il calore già insopportabile aumentare ulteriormente in un punto imprecisato alle sue spalle. Quel calore è fuoco vivo che gli si precipita addosso, si volta e può solo emettere un grido lancinante e stramazzare a terra, contorcendosi sopraffatto dal dolore e dall’odore di carne bruciata.
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:12




=5=
Un chiarore lampeggia al fianco di Saga. E’ Mu, tornato di nuovo sul campo di battaglia. Aries si stupisce di vedere il cavaliere dei Gemelli schierato al fianco dei Saint; Saga resta altrettanto stupito nel vedere che l’amico ha in braccio il corpo miserabile di un uomo vecchissimo, vestito con una tunica verde e un largo cappello di paglia. Il vecchio accusa immediatamente la temperatura elevatissima e l’aria irrespirabile, si accascia a terra e sembra farsi ancora più piccolo. Sfiora il nemico con uno sguardo e sussurra a mezza voce: “Non doveva essere questo il momento……”
Con un gemito sordo e poco naturale la carcassa del vecchio sconosciuto si è infranta, dileguata, e al suo posto, come sbocciato fuori da un guscio irreale sta il corpo di un giovane, robusto dall’aspetto forte e determinato.
Di tutto questo il nemico non si accorge, distratto dall’arrivo di qualcun altro. Con una calma luminosa si sta avvicinando un altro Saint, Shaka di Virgo, l’uomo più vicino agli dei; e il guerriero sconosciuto è attirato dalla sua venuta. Incede dignitosamente, con il suo modo fermo, austero ma stavolta nel suo volto non c’è la serenità che normalmente gli è conferita dalla quiete della meditazione.
Anche gli attacchi di Saga iniziano a indebolirsi; si sta posizionando per caricare un nuovo attacco che mira a segregare il nemico in un'altra dimensione. “Fermati, tutto sarebbe inutile..”, è Shaka, gli ha messo una mano sulla spalla, lo fissa negli occhi con i suoi micidiali, terribili, bellissimi occhi azzurri, di un colore che pare quasi dimenticato, perché lì intorno ormai tutto è diventato del colore del fuoco e del metallo incandescente.


 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:13




=6=
Ma ecco Libra, l’ultima delle armature incustodite lasciate al santuario, compare e si dispone attorno al corpo del giovane portato qui da Mu nelle sembianze di un vecchio. E’ Dohko di Libra, un altro Gold, il più anziano di tutti la cui giovinezza rivive poiché preservata per tanti decenni grazie a un prodigio divino. Perché? Forse per questa lotta? Forse perchè il suo cosmo saggio e giusto potesse bruciare qui, oggi, di fronte a questo nemico sovrumano, in difesa di quella bambina che là dietro ancora emette qualche debole gemito tra le braccia del suo santo custode? Dunque è vero? Quella bambina è Athena? Quale forza allora è venuta qui oggi per impedire il miracolo della reincarnazione della Dea della giustizia? Queste domande balenano nelle menti ottenebrate dei Gold Saint, tutti stesi uno dopo l’altro dagli attacchi del nemico, ma, mentre questi pensieri si accavallano nelle loro teste schiacciate dal calore, attorno a loro centinaia di dragoni di luce volteggiano feroci nell’aria. E’ l’attacco di Dohko, l’ennesimo colpo scagliato contro il nemico, l’ennesimo da lui incassato senza fatica. “E’ tutto inutile” ripete Shaka. Mu si volta di scatto: “Perché non ti batti?” gli urla contro, “i tuoi attacchi potrebbero darci la vittoria...”
“Nulla sarebbe sufficiente” e lo fissa in volto. Per la prima e l’ultima volta in vita sua, il cavaliere dell’Ariete vede il volto di Virgo rigato dalle lacrime: “E’ la fine di tutto..” sussurra.
L’impeto di stizza di Mu rientra immediatamente di fronte all’ombra di rassegnazione che oscura lo sguardo dell’amico. “Questa è la fine del mondo che conosciamo”. Anche il corpo di Shaka dà segni di cedimento, l’oro mistico delle armature grava ormai come pesante piombo sul corpo intorpidito dei cavalieri. Il metallo amplifica il calore insostenibile e quel calore pare intaccare perfino la consistenza stessa dei Cloth.
Mentre i due parlano alle loro spalle Dohko e Saga, col riverbero scarlatto che ha il suo sguardo quando la furia diventa incontrollabile, scagliano i loro attacchi a raffica uno dopo l’altro, incessantemente, tenendo occupato il guerriero invincibile che però non mostra alcun segno di cedimento. Contro lo sfondo di un mondo oscurato, di un cielo infuocato, le sagome dei due cavalieri d’oro volteggiano sopra la testa di quell’unico nemico, quel guerriero sconosciuto che li fronteggia fermo a terra guardandoli beffardo.
Le loro ombre balzano da un capo all’altro del campo di battaglia nel tentativo di sfuggire alle lame infuocate che il loro nemico con una velocità incredibile gli scaglia addosso, quasi le stesse forgiando all’istante.
Le poche parole che Shaka e Mu si sono scambiati si sono perse tra i rumori della battaglia: il guerriero nemico manovra lampi e vortici di fuoco che saettano rapidi contro i cavalieri superstiti e che suonano nell’aria con lo stridore del metallo incandescente tuffato nell’acqua, sempre più spesso si sentono tonfi di rovine che cadono, sono le strutture del santuario che iniziano a cedere per i tremori del suolo. Sul campo di battaglia i cavalieri d’oro urlano, imprecano contro le loro ferite, maledicono il nemico, invocano Athena. I loro volti sono rossi e madidi di sudore. La bambina continua a gemere, tra le braccia di Aioros che le fa scudo con le ali.
Mu, Shaka, Saga e Dohko sono gli ultimi ancora in piedi ma a mala pena riescono a respirare, le forze li abbandonano. La partita è persa, i santi di Athena non si arrendono ma la sconfitta è certa e li sta schiacciando. L’aria brucia, ma brucia ancora di più la ferita nell’orgoglio dei cavalieri: non morire per un colpo mortale ma spegnersi lentamente, soffocare e vedere il loro mondo distrutto da una creatura sconosciuta, feroce come il più meschino degli uomini ma, a quanto pare, potente come un dio; loro schiacciati al suolo, lui ancora in piedi, praticamente illeso. Dov’è Athena ora? Come continuare a credere? Come può adesso la fede venire in loro soccorso?
Ma un’ultima speranza li raggiunge. Un soffio d’aria fredda riesce a intiepidire il calore dell’atmosfera.
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:14




=7=
E’ l’aura di gelo che accompagna la persona di Camus, cavaliere dell’Acquario, sceso dall’undicesima casa in soccorso dei compagni. Stringe le mani in unico pugno che tende prima contro la volta celeste, arroventata come il cuore di una fucina, e poi contro il nemico che già ha sguainato due delle sue spade: “AURORA EXECUTION!!” un lampo di luce azzurra e bianca balena tra le mani di Aquarius, ma immediatamente si spegne. La potente tecnica del cavaliere dell’undicesima casa non riesce nemmeno a compiersi perchè il raggio di gelo che cerca di creare non sopravvive a quella temperatura impossibile. Stupore e rabbia attraversano il volto di Camus, chi è questo nemico? il Gold che forse più di tutti potrebbe tollerare l’atmosfera incandescente che quel guerriero invincibile ha creato per schiacciare gli eroi di Athena non può scagliargli contro nessun attacco ed è praticamente disarmato. Con l’aria nobile che mai l’abbandona Camus chiude gli occhi e alza le mani al cielo: le chiome del colore dei mari del nord iniziano a muoversi leggermente, scosse da lievi raffiche di vento. “Coraggio, non riuscirò a tenerla a lungo”. Il cavaliere dell’ Acquario ha creato attorno a sé uno spazio di aria fredda che allarga fino a ricoprire tutto il terreno di battaglia. I gold a terra e quelli ancora in piedi tornano a respirare protetti dalla cappa refrigerante. Il volto di Camus rivela più delle sue parole che lo sforzo è immenso e che quell’effetto benefico non durerà a lungo.
“STARDUST REVOLUTION!!”: Mu tenta un nuovo attacco che piove verticalmente contro il nemico ignorando le parole che Shaka gli aveva rivolto. Ma il cavaliere della Vergine comprende le intenzioni di Aries. Questo nuovo colpo non spera di intaccare la resistenza del nemico punta piuttosto a distrarlo: Dohko, rigenerato dall’aria fresca diffusa da Camus, schizza in direzione di Aioros che, sfinito, stringe ancora la piccola Atena al petto. Gli occhi gli si riempiono di lacrime nel vedere la sofferenza della bambina che è quasi soffocata dalla violenza delle proprie urla. Ma è lì per qualcos’altro, sembra cercare qualcosa: perquisisce l’armatura del Sagittario, cerca qualcosa all’altezza del cosciale destro. Ma l’arco non c’è. L’arma invincibile che permetterebbe a un uomo addirittura di rivaleggiare contro un dio è andata perduta. Non trova niente, solo lo sguardo di Aioros rassegnato che sembra tentare di riappropriarsi delle forze approfittando della cappa di aria fresca. E’ un tentativo inutile, la fatica sta per sopraffare Camus, cerca di resistere bruciando al massimo il proprio cosmo ma con un nuovo urlo di guerra il nemico rinforza il proprio attacco: la temperatura sale ulteriormente, la terra trema di una nuova scossa, esplosioni in lontananza, rivoli di lava ormai scorrono dalle spaccature del suolo e si diffondono come il sangue sparso sul campo di una battaglia persa. Alle spalle del guerriero invincibile il palazzo del Gran Sacerdote rovina giù, sollevando una nube di polvere nefasta; dalla statua di Athena si stacca e si schianta al suolo il braccio destro, quello teso in avanti che porta in mano l’effige di Nike, la dea della Vittoria, ormai in frantumi. Con un movimento fin troppo fluido per chi ha un arto inferiore menomato il nemico si sfila dalla schiena dell’armatura tre lame arroventate, quasi avesse con sé una faretra incantata che ne contiene una riserva apparentemente inesauribile. Le scaglia con velocità molto superiore a quella della luce contro il corpo teso di Aquarius. Camus schiva i colpi, solo l’ultimo gli sfiora una guancia, ma per muoversi perde la concentrazione, e il globo d’aria respirabile si affievolisce sempre di più. Dohko ha lasciato uno dei suoi scudi ad Aioros che lo usa per coprire il corpo della bambina. Torna dagli altri: passandogli davanti lascia ai piedi di Aquarius un tridente, e gli sfiora una spalla con la mano. Camus si è inginocchiato e cerca di mantenere ancora per qualche attimo la cupola d’aria che ormai si sta spegnendo. Libra dà a Mu una delle spade divine, a Saga le barre gemellari; Shaka prende il tonfa che gli viene offerto, ma Dohko legge nei suoi occhi che non ha nessuna intenzione di usarlo. In quell’istante un nuovo fragore: è il corpo di Aioria che viene ribattuto al suolo con violenza inaudita. Il cavaliere di Leo, forse il più ardito e irriducibile tra i Saints, rigenerato dal soffio di Aquarius aveva raccolto le ceneri del proprio cosmo e si era rialzato tentando di colpire di nuovo il nemico con il Lightning Plasma. Un errore molto sciocco: non si ripete mai due volte la stessa tecnica nella medesima battaglia. La reazione dello sconosciuto è stata brutale: Aioria ha ricevuto un colpo fortissimo al petto ed è ricaduto più indietro, più vicino asuo fratello, il suo cosmo non si è ancora spento ma sbatte violentemente la testa . In un attimo l’aria torna di fiamma, Aquarius cade in ginocchio senza più forze, impugna il tridente ma non riesce a rialzarsi subito. La vampa di aria calda stavolta stordisce anche gli ultimi cavalieri e Dohko, Shaka e Mu si accasciano a terra; da ultimo anche Saga cede e la sua volontà indomita pare iniziare a piegarsi sotto il peso della certezza della sconfitta.
Al santuario le dodici case dello zodiaco iniziano a rovinare giù. La sofferenza e la vergogna dei santi di Athena è rotta da parole da un suono terribile al punto che pare provenire dal cuore di una fornace più incandescente e magica di quella delle stelle: “Così cadono i paladini di Athena” è il guerriero sconosciuto che parla; si toglie l’elmo, una luce divina gli arde negli occhi: “Così cadono i difensori degli uomini. Schiacciati e sepolti dalle stesse armature che ne hanno fatto la grandezza”. E’ oggi che finisce la storia gloriosa dei Gold Cloth, le sacre vestigia delle costellazioni dello zodiaco; è qui che vengono distrutte, oggi, nell’ultima battaglia del santuario. Iniziano a fondere, si sciolgono addosso ai cavalieri e ne cuociono le carni, accompagnandoli lentamente alla morte.


 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:18




=8=
Con un ultimo impeto di volontà Shaka urla e con quel grido si spoglia dell’armatura della Vergine prima che sia troppo tardi. E’ un atto estremo, forse mosso solo dalla follia che accompagna la disperazione. I pezzi del Cloth di Virgo gli si sparpagliano attorno e mandano un ultimo bagliore prima di iniziare a liquefarsi. “Cavalieri” urla Shaka. Gli altri Saint a malincuore seguono il suo esempio e appena in tempo si liberano dal supplizio che le armature gli infliggono.
Ma cosa possono adesso degli uomini senza armatura contro un nemico che neanche le sacre vestigia hanno saputo abbattere?
Liberatosi dell’armatura dell’Acquario Camus striscia verso Milo. Il Saint di Scorpio non ha tregua e vive questi ultimi attimi di sofferenza continuamente scosso dai tremiti delle convulsioni, con fatica il cavaliere di Aquarius riesce a sganciargli di dosso l’armatura dello Scorpione; pieno di rabbia e dolore afferra il volto dell’amico, gli sembra di comprendere le parole che continua a ripetere “Ant.. Antares..”, cerca il suo sguardo ma quando lo incrocia ormai non lo riconosce più. Tutti i cavalieri si sono spogliati delle armature, Aldebaran, Shura, Aphrodite, tutti. Solo Aioria riverso a terra non si muove. Aioros, spogliato dell’armatura di Sagipter gli si avvicina. Il corpo del fratello respira ancora, deve essere solo svenuto. Gli sgancia di dosso il Cloth di Leo, appena un istante prima che l’oro inizi a perdere la sua forma solida. Aioria è salvo, ma il sollievo di Aioros è annebbiato dalla violenza di un colpo. Quell’attimo di distrazione sarà fatale per il mondo. Il nemico è sopra di lui, lo ha colpito con un calcio in faccia. Aioros in un istante si riprende e realizza che è la fine. Il guerriero gli spezza il braccio con cui stringeva Athena tirandolo a sé e tenendogli fermo col piede il torace nudo contro il terreno. Gli occhi del Sagittario si riempiono di lacrime e l’ultima cosa che vedranno è la luce della vita, ormai appena percettibile, che abbandona gli occhi della bambina. Tutto avviene in pochi attimi. Col braccio spezzato Aioros non fa più presa sulla piccola che gli scivola al fianco. Il nemico ritto sopra di loro brandisce una nuova lama, incandescente come il cielo che Aioros vede alle spalle del carnefice. Senza pietà affonda il gladio rovente. Le urla strazianti della bambina cessano di colpo. Nel vedere il panno bianco in cui il corpo della piccola è avvolto impregnarsi del suo sangue divino, Aioros lancia un urlo di disperazione e incredulità. Athena è morta. Quell’essere mai visto stravolge l’ordine del mondo ponendo fine alla vita di una Dea e alla speranza di un regno di giustizia.
Tutto brucia. Un’esplosione distrugge il santuario, la statua di Athena si frantuma al suolo, le dodici case rovinano su se stesse, un’eruzione di lava ricopre le macerie.
Le armature d’oro sono andate distrutte per sempre. Il terreno della battaglia brilla delle tracce del sacro oro che le componeva e che ora è disperso colando giù in mille rivoli nelle fratture del terreno.
Il guerriero sconosciuto è estasiato, si ritira dal campo di battaglia avanzando verso il cratere che ora si è aperto dove un attimo fa regnava la pace celeste del santuario. Vivi o morti che siano, non c’è ragione di accanirsi contro dei mortali indifesi, privi ormai anche della speranza oltre che delle loro armature. Procede incantato, col suo passo zoppicante, contemplando i fiotti di lava che sgorgano copiosi, come se una ferita mortale avesse dilaniato il corpo del pianeta, e ora dal suo interno fluisse via la sua linfa vitale. Cerca di camminare sempre più velocemente, ha ancora in mano la lama rovente con cui ha straziato il corpicino indifeso della neonata. Per il calore il sangue si è subito rappreso sulla superficie del metallo. Procede sollevandosi dal terreno, e si dirige planando a mezz’aria verso la bocca del vulcano.
La terra smette di tremare. Il tempio di Athena non esiste più. Non esiste più il suo mondo. L’ordine degli uomini giusti e valorosi che da sempre combattono per difenderla e per difendere gli uomini si è estinto. I suoi eroi giacciono riversi sul campo di battaglia, sconfitti da una lotta atroce. Tutto tace silenzioso e immobile sotto la cappa pesante di quel cielo infiammato. Non sembra esserci traccia di vita, ma uno di quei corpi sembra emanare un alito leggero di aria ancora fresca che, radente il suolo, ricopre tutta la superficie del campo di battaglia con un alone minimo di refrigerio; un’ombra forse appena percettibile per gli altri tuttavia appena sufficiente per permetter loro di respirare. Attorno a questo impercettibile moto di vita tutto è vuoto e silenzio.
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:18




=9=
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CAPITOLO 1: Nella cenere

E’ l’anno XVII° dell’epoca di Vulcano. Così si contano gli anni da quando quella violenta tempesta sconvolse l’ordine dell’universo, quando Efesto, il dio più meschino, la vergogna dell’Olimpo, l’ultimo degli Dei prese il potere. Alcuni ricordano quel momento, dicono che il cielo si tinse di sangue, assunse il colore del metallo arroventato, che la terra iniziò a tremare e a liberare la forza del fuoco che celava al suo interno. Il dio delle fiamme e dell’arte della fucina scelse di risalire in superficie, di abbandonare il posto che l’Olimpo gli aveva assegnato, giù nei crateri più profondi della Terra, lontano tanto dalla luce del giorno quanto dalla bellezza della notte rischiarata dal brillare delle stelle. Circolano ancora storie su quella mitica battaglia in cui il genere umano oppose l’ultima disperata resistenza schierando i suoi paladini più valorosi. Fu allora che morì Athena. La caduta di questi eroi fu il preludio alla capitolazione degli Dei; si dice che Efesto sconfisse il re dell’Olimpo grazie a un’armatura potentissima, molto più potente di tutte quelle che aveva costruito in passato per le altre divinità. Dopo la sconfitta di Zeus nessun altro dio osò opporsi a tanta forza, e tutti si sottomisero al nuovo tiranno. Fu così che ebbe inizio l’era di Vulcano.
L’azione di Efesto rovesciò l’ordine naturale delle cose. Scelse di prendere con la forza l’Olimpo e di governare sugli dei lasciando le creature mortali in balia di se stesse. Gli uomini sulla Terra vivono ancora come un tempo, la loro vita non fu sconvolta nell’aspetto esteriore, ma subì un mutamento molto più intimo e capitale perché con la morte di Athena l’uomo rimase privo del bene della Giustizia, e ora gli resta solo la violenza come mezzo per sopravvivere tra i suoi simili. I popoli vivono in uno stato di continua tensione perché ai potenti che li dominano non mancano i pretesti per scatenare la loro sete di dominio. Su tutti governa Vulcano. Talvolta il cielo torna a tingersi del colore del fuoco e si racconta che in quei momenti è l’ira di Efesto che si scaglia su chi lo infastidisce, o tenta di opporsi alla sua tirannia, e accende il cielo facendo esplodere la sua furia. Ma da anni ormai quei lampi di fuoco non soffocano più l’azzurro del cielo, poiché nessuno avrebbe la forza di ribellarsi e rovesciare il regime; e col tempo si è spento anche il desiderio di libertà. I grandi eroi del passato non esistono più, dal giorno dell’ultima grande battaglia nulla si sa dei sopravvissuti; con Athena è morta anche la fede nella Giustizia, e con essa ogni possibilità di riunire l’ordine dei suoi santi guerrieri.


 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:19




=10=
La regione del Pamir è un territorio montuoso situato tra l’India e la Cina. L’uomo che percorre il sentiero in mezzo agli alberi procede con sicurezza e determinazione come fosse ormai prossimo alla meta. A quest’altezza l’altitudine non è ancora elevata, l’aria non è ancora rarefatta e il pesante mantello di pelle che ha indosso riesce a riparare a sufficienza dal freddo il corpo del viandante. Il cammino che lo ha portato fin qui è stato lungo ma non troppo difficile. La donna che lo accompagna ha un’aria più inquieta, forse è il cielo grigio che sopra di loro promette pioggia ad incupirla, o forse il suo è un turbamento che le viene da dentro. Si fermano nei pressi di uno spazio libero in mezzo agli alberi; si siedono un istante per ristorarsi dalla fatica del viaggio e dal peso del bagaglio che portano con sé.
“Non dovrebbe mancare molto, ormai” sussurra rialzandosi la giovane all’orecchio del suo uomo. Lui pare pensieroso, per l’ennesima volta osserva il cartiglio di pergamena che li ha condotti fin qui. Da quando ha avuto quel messaggio la sua vita è cambiata; ha deciso di partire all’istante riducendo al minimo i preparativi e ha scelto il Pamir come sua prima meta. Lei ha insistito per seguirlo. Gli bacia le labbra con dolcezza e gli posa una mano sul volto, carezzandogli la guancia ricoperta di barba bionda. “Qualcuno ci sta seguendo” gli sussurra con tranquillità. Lui sembra non ascoltarla, pare quasi che la sua mente sia altrove, ma lei sa bene che dietro quell’aria apparentemente spenta il suo uomo nasconde sempre qualcosa di profondo. “Shaka, forse è meglio muoversi” continua. Lui si distoglie dai propri pensieri e le rivolge un segno di assenso. Fanno per incamminarsi ma un rumore vicino li avverte che c’è qualcun altro con loro.
“Non ci aspetta un gran bottino, sembrano dei mendicanti” dice una voce alle loro spalle. “Dove c’è una donna c’è sempre qualcosa da prendere” risponde un altro. In un attimo i viandanti si ritrovano circondati da un folto gruppo di personaggi incappucciati che avanzano minacciosi attraverso i cespugli. “Banditi..” sibila la donna tra i denti. “No, non direi..” le risponde Shaka. Lei non ha il tempo di realizzare il senso di questa battuta perché già iniziano a farglisi sotto. Una voce interrompe immediatamente l’azione: “Ritiratevi, non avreste possibilità contro quell’uomo”. Shaka conosce quella voce, non la sentiva da anni, ma il tono beffardo è rimasto lo stesso. Nell’udirla quasi accenna un sorriso: “Non avrei sperato di trovarti qui! Sarei venuto a cercare anche te, ma hai fatto prima tu a trovarmi”. A queste parole quello che pareva essere il capo dei banditi sembra esitare per un attimo, ma il suo sguardo immediatamente volge un cenno a qualcuno che è alle spalle di Shaka. Questo immediatamente sente una morsa che gli stringe la gola, qualcuno lo ha afferrato e immobilizzato da dietro. La donna che è al suo fianco scatta subito e inizia ad attaccare l’assalitore, i suoi colpi sono feroci e precisi ma l’uomo la respinge e la scaraventa a terra con un gesto. Il capo si rivolge di nuovo a Shaka “Ora che sei innocuo possiamo parlare, cavaliere della Vergine.. non ci vediamo dai tempi del santuario”.
“Deathmask.. è questa la vita che fai adesso?” sussurra Shaka.
Deathmask ignora queste parole, fruga nella sacca da viaggio caduta lì vicino “E chi diavolo sarebbe la donna che è qui con te? Non conosco il suo viso”.
“Invece ci conosciamo da tempo, cavaliere del Cancro, ma hai ragione: il mio viso non lo hai mai visto, o non saresti qui per raccontarlo..”. Shaka la interrompe: “Deathmask, io ho il compito di ricostituire la forza dei Cavalieri di Athena”.
“Un compito piuttosto difficile.. i cavalieri di Athena sono stati dimenticati da anni” lo riprende sarcasticamente quello che un tempo era il Saint del Cancro. Lo sconosciuto alle sue spalle rinforza la stretta. “Dovresti ricordarlo.. sei stato tu a chiederci di svestire i Cloth, è colpa tua se sono andati distrutti”
“Sai bene che è solo per questo che siamo sopravvissuti..” sussurra Shaka, la morsa inizia a togliergli il fiato. “C’è una speranza Deathmask, Athena non è perduta.”
“Questo lo so!” gli urla contro il cavaliere di Cancer.
“Athena è morta!” dice l’uomo alle spalle di Shaka, coprendo con le sue le parole del Cancro. Con enorme stupore Shaka riconosce anche questa come una voce a lui ben nota.
Deathmask non risponde e continua fissare negli occhi il cavaliere di Virgo, stavolta con aria assorta. “Non avresti comunque nessuna speranza di battere Vulcano, lui rimane troppo forte, si dice che abbia sconfitto perfino Zeus..” Shaka accenna una risposta quando improvvisamente la donna che era con lui balza alle spalle di Deathmask e gli afferra la testa tra le braccia, pronta a rompergli il collo. Fissa l’uomo che trattiene Shaka con aria di sfida, ma non scorge nulla dietro il pesante cappuccio che ha calato sul volto. E’ lui il primo a mollare la presa. Esclama: “Lascialo andare Sacerdotessa guerriero, se il tuo uomo avesse voluto ci avrebbe già spazzato via tutti con una delle sue tecniche; se ci ha risparmiato significa che ha qualcosa da dire”. Shaka si volta: “Aphrodite dei Pesci! Come mai non ho avvertito la presenza del tuo cosmo? Perché nascondi il tuo volto?”.
La risposta gli arriva da una voce carica di tristezza e di rancore “Sono cambiate molte cose dall’ultima volta”; con uno scatto Aphrodite gli volge le spalle e con una velocità straordinaria anche per un Gold Saint sparisce tra gli alberi.
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:19




=11=
Anche la donna libera Deathmask lasciandolo cadere a terra; lui si rialza subito e massaggiandosi il collo: “Ora ho capito chi sei.. un tempo eri famosa per la morsa del serpente.. credevo fossi morta, Shaina” poi rivolto a Shaka: “Ma anche tu hai rischiato molto.. hai avuto l’onore di essere stato minacciato con un’arma divina, Cavaliere della Vergine.” Shaka lo guarda con aria interrogativa. “Il nastro con cui Aphrodite ti ha stretto la gola è un dono con cui gli dei hanno voluto ripagarlo per il suo sacrificio nella lotta contro Vulcano”.
“Sacrificio?”
“Quel giorno il cavaliere dei Pesci perse il bene a lui più caro: la bellezza del suo volto, di cui ancora si sente parlare nei discorsi di chi ricorda la grandezza dei tempi passati. Restò orribilmente sfigurato da uno degli attacchi di Efesto. Da allora non mostra più a nessuno il suo viso deturpato e ha vissuto per anni nascosto agli occhi di tutti. L’ho incontrato anni fa, nei pressi di un villaggio che con i miei uomini avevamo deciso di… visitare” di nuovo per un attimo esibisce il suo ghigno ironico “viveva aggredendo e saccheggiando i passanti. Come hai provato sulla tua pelle le sue abilità sono enormemente cresciute. E molto più forte e più agile, e i suoi sensi sono molto più sviluppati – forse anche adesso ci sta ascoltando”.
Deathmask alza un attimo lo sguardo al cielo, poi inizia a camminare lentamente verso Shaka. Tra un attimo sarebbe iniziato a piovere.
“Secondo il mito la dea della Bellezza, fuggendo da Tifone, mutò se stessa e il figlio Eros in pesci, perché potessero scappare più rapidi, protetti dalle acque del fiume Eufrate, legati insieme da un nastro per non perdersi nella corrente. Il simbolo della costellazione dei Pesci ricorda questo episodio. Dopo l’ascesa di Vulcano la dea della Bellezza volle ricompensare l’uomo a lei più devoto per il sacrificio subìto, e gli donò il nastro sacro.”
“Il sacro nastro di Venere.. ne avevo sentito parlare, ma credevo fosse solo una leggenda” disse quasi tra sé Shaka.
“Ora il cosmo di Aphrodite è notevolmente cresciuto e poiché il suo volto è diventato ripugnante e non potrebbe essere mostrato a nessuno, il nastro divino ha anche il potere di tenere celata la sua presenza ogni volta che lui lo desidera”.
“Sì, la storia di Pesci ci ha commosso tutti” esclama con freddezza Shaina “Ma ora dobbiamo ripartire”.
Deathmask: “Quindi siete venuti nel Pamir per cercare Mu? Non ti ascolterà neanche.. riunire i cavalieri sarà un’impresa più difficile che rovesciare il trono di Vulcano” ha iniziato ad allontanarsi tornando verso la boscaglia “perfino per te” volge le spalle a Shaka “e Mu sarà l’osso più duro di tutti” conclude a bassa voce, quasi parlando tra sé.
“Allora vieni a parlargli con me” gli dice con enfasi Shaka.
“Cosa?”
“Deathmask, seguimi! Ci sarà bisogno di tutto il potere degli antichi guerrieri del santuario..”
Cancer si volta di nuovo e lo interrompe con rabbia “Non sai quello che dici.. E poi devo tornare dai miei uomini e da Aphrodite; io adesso sto con lui”
“Quindi ora il cavaliere del Cancro è mosso addirittura dal nobile sentimento dell’amicizia?” stavolta nelle parole di Shaina è evidente il tono provocatorio “ti ricordavo molto meno romantico”.
“Aphrodite adesso è molto più potente di quanto tu immagini, Shaina dell’Ofiuco; consiglierei anche a te di diventargli amica” inizia a cadere qualche goccia di pioggia “e poi.. gli devo molto, mi ha salvato la pelle in molte occasioni fino ad oggi. Rimettetevi in cammino; queste regioni non sono molto ospitali di notte”
“Tu ne sai qualcosa” lo riprende Shaina, ma stavolta Cancer è tornato serio e non accoglie la provocazione.
“Deathmask..” tenta di fermarlo Shaka con tono conciliante. Prima di voltarsi di nuovo e lasciarli definitivamente il cavaliere del Cancro scambia con Virgo un ultimo lunghissimo sguardo. Dietro di lui balugina un chiarore, un lampo disegna una striscia bianca contro il cielo carico di nubi, ma che ancora pare volersi trattenere dallo scatenare l’acquazzone. Con un secondo di ritardo arriva il fragore del tuono. Deathmask si allontana in silenzio.
Shaka recupera la sacca caduta a terra. Shaina gli si avvicina, stringe le sue braccia attorno a quello di lui e insieme, così stretti, riprendono a camminare. “Shaka, non farti prendere dallo sconforto.. non abbiamo bisogno di lui” “E invece temo proprio di sì” le risponde il cavaliere laconico.
Si calano sul capo il grosso cappuccio dei loro mantelli di pelle scura: la pioggia ha iniziato a cadere pesante.


 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:21




=12=
Alla vista del posto dove ora abita Mu ognuno indovina che anche i pensieri dell’altro sono corsi immediatamente al ricordo del Palazzo del Montone Bianco. La prima casa del santuario, imponente e maestosa con la sua struttura in marmo purissimo, pareva forse al visitatore più grandiosa di tutte le altre perché era la prima a stupire con la propria bellezza il suo sguardo. Vegliava quieta e silenziosa sull’ingresso del santuario, e di notte la superficie chiara della sua architettura si accendeva magicamente riflettendo la luce serena delle stelle del cielo. Un’atmosfera assolutamente non paragonabile alla scena che si presenta ora agli occhi di Shaina e Shaka, un’immagine che forse appare ancora più miserabile per effetto della pioggia battente. Una costruzione di pietra grigia si sviluppa al centro su due piani bassi e si prolunga a sinistra per pochi metri creando uno spazio, su un solo piano, che si intuisce non essere affatto ampio. A destra un’altra area è circondata da un recinto cadente e ricoperta da un tetto basso, anch’esso di legno. Da quel recinto esce un ragazzo, un giovane dall’aria robusta, vestito di pochi panni e tuttavia apparentemente noncurante della pioggia che precipita furiosa. Ha in braccio un carico di legna, fradicia anch’essa, e sta per rientrare dalla porta principale. Si volta un istante e scorge i due pellegrini incappucciati che si stanno avvicinando. Si meraviglia ma resta assolutamente calmo, entra dentro lasciandosi alle spalle la porta aperta. Ricompare sulla soglia dopo un secondo; deve solo aver posato all’interno la legna che portava con sé. Guarda con aria ferma i due avvicinarglisi. Shaka e Shaina procedono più veloci, sperando di trovare in prossimità dell’ingresso almeno un riparo dalla pioggia. “Siamo amici” esclama sicuro Shaka, ad alta voce per farsi sentire attraverso il rumore del temporale “cerchiamo il grande Mu, cavaliere dell’Ariete”. A quelle parole un uomo compare dietro il giovane, gli posa una mano sulla spalla e lo tira indietro per prendere lui il suo posto sulla soglia. “Mu!” dice Shaka con tono sollevato, e si tira indietro il cappuccio. Shaina fa lo stesso e accenna un rapido inchino col capo, in segno di rispettoso saluto, ma senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Mu che invece, impassibili e severi, rivelano in lui una disposizione tutt’altro che conciliante. Porta dei pantaloni scuri ed è nudo dalla cintola in su; fuori piove, ma dal sudore che gli imperla il viso accigliato e il torace si intuisce benissimo che all’interno fa molto caldo. Il suo fisico è più muscoloso e massiccio di un tempo; le mani sono macchiate di nero.
“Cosa volete? Non accetto ospiti” dice con fermezza “soprattutto se vengono a farmi visita dal passato”, il tono si fa sempre più duro “..soprattutto se sei tu!”. Una fitta di dispiacere aggredisce in mezzo al petto il cuore di Shaka. “Non sono venuto fin qui per rimanere” risponde il cavaliere di Virgo riuscendo comunque a dare forza e sicurezza al proprio tono “anzi, siamo venuti per chiederti di partire con noi”. “Io non ho più nulla a che fare con te, da tempo..” si volta e rientra in casa, dando col braccio un colpo alla porta per chiudersela alle spalle.
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:21




=13=
Ma il battente non si chiude, viene respinto da Shaka - che con la sua donna attraversa risoluto la soglia - e va a sbattere dall’altro lato, all’interno della stanza. Per la troppa forza con cui è stata colpita, la porta sembra cedere su uno dei cardini. Mu non si scompone e continua a procedere, girando intorno al tavolo di legno che occupa il centro della stanza, verso la parete opposta, dove da un grande camino un bel fuoco illumina tutto l’ambiente. E’ una stanza spoglia, poveramente arredata, ma pulita. Il ragazzo che è con Mu fa il giro della camera, rapidissimo e in silenzio, rasente al muro; chiude la porta alle spalle di Shaka e torna a posizionarsi in disparte, rispettoso ma attento a seguire la scena.
“Mu, non posso accettare un tuo rifiuto” stavolta la voce di Shaka è alterata “Devi venire con me, dobbiamo trovare gli altri e prepararci per la guerra” si ferma un attimo per osservare la reazione del suo interlocutore, ma lo sguardo che lo fissa si è fatto solo più sprezzante. “Vulcano può essere spodestato..” continua, “Athena è viva!” Mu scatta in avanti furioso, afferra con la punta delle dita il tavolo pesante e lo rovescia in avanti verso Shaka che però non dà nessuna importanza a quel gesto e non si scompone affatto. Il Saint dell’Ariete gli si avvicina minaccioso, gli si ferma davanti a pochissimi centimetri: “Athena è morta, ho visto coi miei occhi il suo sangue” il tono è invaso da una rabbia feroce che, Shaka glielo legge negli occhi, Mu sembra contenere a solo stento; “ho visto coi miei occhi il suo corpo sparire sepolto dalla polvere..” ormai gli urla contro “e tu non hai mosso un dito per difenderla” conclude. A quest’ultima accusa anche lo sguardo di Shaka si accende d’ira: “E’ adesso il momento giusto per agire, allora da soli non avremmo avuto nessuna possibilità contro un dio” esclama Shaka con determinazione cercando di rimanere calmo e di far ragionare l’amico; “Adesso Athena sarà al nostro fianco nella lotta contro Vulcano. I Cavalieri d’oro devono tornare a combattere..”.
“Athena è morta” lo interrompe Aries con furia: “I cavalieri d’oro non esistono più”, un bagliore gli si crea tra le mani: “non puoi venire qui e parlarmi come se questi anni disperati non fossero mai trascorsi”, leva in alto il braccio destro come volesse raccogliervi il potere delle stelle; la stanza si riempie di luce: “STARDUST REVOLUTION!!”. Una miriade di fasci luminosi viene scagliata dal braccio di Mu che ora è teso in avanti, verso Shaka.
Il troppo fragore in quello spazio ridotto potrebbe avere un effetto devastante. Shaina e il ragazzo, che hanno assistito in silenzio alla scena, istintivamente chiudono gli occhi e si coprono le orecchie con le mani.
“KAAAHN!!” la forza del colpo dell’Ariete si annulla come assorbita dalla superficie della sfera che ora circonda il corpo di Shaka. Il cavaliere della Vergine ha bruciato l’energia del proprio cosmo fino a creare un campo di forza in grado di respingere l’attacco potentissimo lanciatogli da Mu.
Quando il bagliore si stempera Mu vede davanti a sé il volto di Shaka evidentemente provato, ma il cavaliere è riuscito ad incassare il colpo senza riportare danni. Il suo corpo è smosso dal ritmo del respiro che si è fatto grave e affannoso, ma con la medesima forza Shaka torna a ripetere ad Aries: “Non puoi non ascoltarmi!”. Una nuova smorfia di rabbia anima il viso di Mu che non si aspettava di fallire il primo attacco; subito torna a caricare un nuovo colpo. Osservando il movimento lento e preciso con cui Mu leva le braccia - il destro dritto davanti a sé con la mano ad artiglio, la sinistra all’indietro col palmo aperto, quasi a riequilibrare le spinta d’energia - Shaina riconosce la tecnica più letale del Saint dell’Ariete, lo Starlight Extinction, e per un attimo l’attraversa il dubbio che tale colpo potrebbe non lasciare scampo neanche a Shaka.
In quel momento il cavaliere di Virgo comprende che il rancore che Mu gli mostrava è radicato nel suo cuore al punto che seriamente arriverebbe a mettere a repentaglio la vita di un altro Gold.
“Non è contro di me che devi rivolgere i tuoi attacchi” gli dice Shaka con tono fermo e con una voce tanto profonda che pare provenire da ogni parte della stanza. Ha chiuso gli occhi, il volto sembra illuminarsi di uno strano chiarore, i ciuffi di capelli che incorniciano il suo volto virile iniziano a sollevarsi librati nell’aria. Un bagliore più accecante di quello che poco fa ha inondato la stanza di luce sembra crearsi sotto le sue palpebre che ora stanno per sollevarsi. Il ragazzo in un istante fa per andargli addosso ma Shaina è più veloce, lo afferra per una spalla e lo tira di nuovo indietro con forza. “Fermo Jabu!” gli ordina Mu senza neanche muovere lo sguardo. Il ragazzo obbedisce in silenzio ma il suo volto tesissimo non si stacca dalla figura di Shaka.
Due cavalieri d’oro che possono espandere il loro cosmo fino ai limiti estremi dell’universo si stanno per scontrare e tutti e due sanno che non potrebbero mai sopravvivere entrambi.
 
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