| Shaka_81 |
| | VIA! =1= Al santuario è tarda notte, già odore d’alba all’orizzonte. Nell’aria qualcosa di strano non lascia presentire nulla di buono. Un giovane uomo sta scappando, si precipita giù in corsa dal palazzo del grande sacerdote, porta con sé qualcosa, qualcosa di importante, un fagotto che nonostante l’affanno tiene con sé con molta attenzione. E’ un cavaliere d’oro, Aioros del Sagittario, accusato di tradimento fugge dalle sale di Arles. Porta tra le braccia una bambina ancora in fasce, l’ha sottratta dal giaciglio in cui il grande sacerdote ha cercato di farla giacere per sempre attentando alla sua vita indifesa con un gladio d’oro. Qualcosa arresta la sua fuga. Qualcuno. Un suo confratello, il cavaliere d’oro che custodisce la casa più vicina alla sua, Shura del Capricorno. Sta camminando contro di lui con quell’aria sicura e spavalda che lo contraddistingue, quella che solo i cavalieri d’oro di immani poteri come lui possono avere, ma stanotte qualcosa di insolito brilla nei suoi occhi. L’ombra della volontà di Arles nella sua mente è forte questa notte, e il cavaliere della decima casa, il più fedele e riconoscente ad Athena, sta per commettere qualcosa di cui in futuro potrebbe pentirsi. I due Cavalieri si stanno dicendo qualcosa. Shura gli urla contro puntandogli il braccio destro teso. Aioros gli grida che no, non si arrenderà, quella bambina deve essere protetta. Shura attacca, Aioros schiva il colpo senza apparente difficoltà ma è ancora privo delle sacre vestigia e di fronte agli attacchi di Shura sembra avere la peggio. Allora posa a terra la bambina - forse consapevole che il Saint del Capricorno non le avrebbe mai fatto del male - e invita Shura a farsi sotto. Dopo essere stato atterrato da un colpo, il Cloth del sagittario corre in suo aiuto disponendoglisi addosso. Ma il combattimento si preannuncia arduo, perché due cavalieri d’oro nel pieno delle loro forze stanno per scontrarsi. Shura alza di nuovo il braccio ma…
... in quel momento, il cielo si infiamma. I due cavalieri sono distolti dal loro combattimento, entrambi stupiti da quello che sta accadendo. Tutto il cielo è diventato rosso, come se il fuoco di mille tramonti lo avesse reso incandescente. Le stelle che brillavano attente vegliando sul santuario non si vedono più, quella luce fiammante, innaturale e terribile, che ora arde alle loro spalle le ha rese invisibili. I gemiti della bambina tra le braccia di Aioros diventano urla, terrorizzate, agghiaccianti. Anche lo sguardo di Shura, sempre pronto alla battaglia, manifesta un istante di smarrimento. La paura e il sospetto si spezzano al rumore di passi che battono sul suolo, pesanti come un terremoto. Qualcuno si sta avvicinando ai due Gold Saints. Sembra un uomo, alto, massiccio, avanza con aria feroce ma il passo è incerto, zoppica. Quando si avvicina il suo sguardo si rivela crudele, folle quasi. L’armatura che indossa è costellata di lame che sembrano incandescenti ed emanano un chiarore di fiamma. Due le ha in pugno. Avanza col suo passo appesantito e irregolare, sembra puntare ad Aioros. Impugna due delle sue spade più lunghe, una è rivolta direttamente contro il cavaliere del Sagittario. Ma il suo sguardo stralunato non fissa negli occhi il nemico, come fa quello di ogni cavaliere leale, piuttosto sembra rivolto alla bambina. Eppure il volto di Aioros non è stupito, forse appena meravigliato, perché questa è l’ultima prova che ciò che si dice di quella bambina è vero; la vita della piccola è troppo preziosa per pensare che possa essere condotta in pace. Aioros intuisce che il nuovo nemico è più pericoloso di Shura, poiché da lui non c’è motivo di sperare ragionevolezza o pietà. Il guerriero straniero si ferma, pianta al suolo una delle spade, sfila dalla cintura una lama più corta, anche questa arroventata, e la scaglia con un gesto veloce e preciso in direzione del cavaliere del Sagittario. Aioros riesce a scivolare alla sinistra del fendente con un rapido movimento. Un altro coltello fischia velocissimo nell’aria, Aioros lo schiva di nuovo ma una terza lama viene scagliata immediatamente. La rapidità con cui lo sconosciuto carica e spara i suoi coltelli è sorprendente, superiore alla velocità della luce con cui il cavaliere del Sagittario ha danzato su se stesso per evitare i colpi. Non farsi prendere dal terzo lancio è una grande prova di abilità. Aioros viene solo sfiorato all’altezza della coscia destra, ma perde l’equilibrio. Il quarto sembra inevitabile, Aioros ha un braccio impegnato dalla piccola e potrebbe solo usare la sinistra per cercare di arrestarlo. Ma non serve. Qualcosa si è frapposto tra lui e il nemico: Aioros: “Shura, amico!?!” Shura: “Chiunque sia e da dovunque venga, per quanto veloce, non può avere difese contro Excalibur..” Aioros: “Allora.. adesso mi credi?” Lo sguardo del Capricorno ha perso quel lume infausto, adesso è di nuovo quello di un tempo, cede a un attimo di esitazione, smarrimento, il colorito del volto per un attimo accenna un’ombra di rossore: “Credo che la bambina debba essere difesa da questo nuovo nemico”. La velocità di questa battuta è accompagnata dalla velocità di un gesto. Shura è rivolto ad Aioros il quale è inginocchiato, con in braccio la piccola che continua a urlare; dà le spalle al nemico che sta lanciando una nuova lama rovente. Ma, senza voltarsi e continuando a parlare col suo compagno, quasi con noncuranza, Shura ha torto lievemente il busto e ha interrotto il volo del pugnale con il braccio. Lo sconosciuto fa una smorfia. Shura si volta e…. “EXCALIBUR”: un lampo verticale percorre il terreno e arriva al guerriero nemico; questo riafferra la spada che aveva piantato per terra, la impugna orizzontale davanti a sé e incassa senza nessuna fatica il colpo micidiale del Capricorno. Shura allora si getta contro il nemico, leva in aria il braccio destro, il bracciale dell’armatura brilla netto contro il cielo fiammante, carica con tutta la forza che può un colpo potentissimo. Ma viene parato. Il guerriero straniero incrocia in aria le sue spade e blocca il braccio di Shura a mezz’aria. Shura “Cosa? Com’è possibile? Quale arma potrebbe mai rivaleggiare con la forza della Sacra Lama di Athena?” Shura continua a infondere forza al colpo, il punto in cui le armi si incontrano scende all’altezza dei volti. Lo sguardo del Capricorno ora ne incrocia uno incredibile, sovrumano che lo trafigge attraverso l’elmo. Shura fa una smorfia, un sorriso beffardo, e lanciando un grido di guerra, tira indietro il braccio, carica di nuovo e vibra un altro colpo ancora più devastante, stavolta diretto esattamente nel punto in cui le armi del nemico si incrociano. Il stridore delle armi è insopportabile. Shura “Non è la prima volta che Excalibur trova un nemico alla sua altezza, è già accaduto ma allora almeno si era trattato di..” Ma non riesce a finire la frase, accecato prima dal sangue poi dal dolore.Edited by Shaka_81 - 18/5/2006, 18:15
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