| =18= Il sole splende alto oggi, il cielo è completamente sgombro, come se col diluvio di ieri avesse dato fondo a tutte le sue riserve d’acqua; nonostante l’altitudine elevata la temperatura è gradevole. Nonostante il freddo, il posto scomodo e il rumore continuo dell’acqua che scrosciava giù i quattro cavalieri sono riusciti ad addormentarsi, molto tardi, e a riposare qualche ora. Shaina, finalmente libera del pesante mantello che portava addosso ormai da giorni, è fuori, a pochi metri dalla legnaia e si allena tirando un colpo dietro l’altro a nemici invisibili. Vedendo i muscoli del suo corpo flessuoso scattare rapidi contro l’aria mattutina e i suoi lunghi capelli lucidi muoversi nel vento, Shaka ricorda quanto sia fortunato ad avere quella donna al suo fianco, ma ricorda anche quanto sarà difficile affrontarla quando verrà il momento di dirle che la missione sarà troppo disperata per lei, e che lui non le permetterà più di seguirlo. Aphrodite è seduto su un masso lì vicino e pare osservarla incuriosito. Jabu è partito di buon ora col carretto, sarà di ritorno prima che faccia buio. Shaka è dentro la legnaia, in piedi con le braccia appoggiate sul basso recinto di legno, Deathmask, vicino a lui, vi è seduto sopra. Osservano Shaina che si muove nella brezza del mattino, sembrano entrambi assorti. “Come hai avuto la pergamena di Sion?” E’ Mu che facendoglisi accanto interrompe il loro silenzio. Shaka esita un attimo prima di rispondere, forse colto da un’ombra di diffidenza: “E’ stato lui a portarmela”. Sion, antico maestro di Mu, cavaliere dell’Ariete prima di lui e poi Grande Sacerdote del Santuario, era morto da anni, da prima che Vulcano conquistasse l’Olimpo. Mu resta in silenzio, non batte ciglio, la sua espressione cupa non si scompone; è evidente che aspetta altre spiegazioni. “Il suo spirito mi è apparso mentre stavo meditando” riprende Shaka “nella mia mente sono riapparse le immagini del Santuario, bello e magnifico com’era un tempo” chiude gli occhi trasportato dalle proprie parole “e mi apparve un cavaliere d’oro, un guerriero imponente e maestoso, indossava il Cloth dell’Ariete e dal suo sguardo fiero e luminoso ho capito che le sue parole provenivano direttamente dalla bocca degli dei” nelle poche parole con cui Shaka descrive il volto di Sion, Mu riconosce con sicurezza i tratti del suo antico maestro. Per un istante restano tutti in silenzio; vedono che davanti a loro, fuori dalla legnaia, Aphrodite si è alzato e si è unito all’allenamento di Shaina: adesso lei vibra i suoi colpi contro il braccio teso di lui che glielo offre come punto in cui concentrare gli attacchi. Gli attacchi di Shaina si fanno sempre più rapidi e forti, ma il Saint dei Pesci li para quasi per inerzia, senza nessuna fatica. Shaka continua il suo racconto: “Lo spirito di Sion mi ha parlato di un’ultima estrema possibilità di abbattere Vulcano”. Si ferma un attimo per osservare le reazioni dei suoi interlocutori: “Presto si presenterà per noi una possibilità di rovesciare il regime di Efesto se torneremo a combattere uno a fianco all’altro”. “Vulcano ora è molto più forte di quando lo incontrammo anni fa, dicono si sia forgiato un’armatura infallibile con cui ha potuto schiacciare perfino Zeus..” lo interrompe con voce calma Mu: le sue parole rivelano tutto il suo scetticismo, ma la tranquillità del tono mostrano come in fondo, nonostante tutto, non possa che fidarsi delle parole di Shaka, l’uomo più vicino agli dei. “E’ vero, ma stavolta noi saremo pronti! E al nostro fianco pronta per la battaglia ci sarà anche Athena in persona” sia Mu che Deathmask tacciono, soprattutto Cancer non pare affatto stupito dalle parole che sente. “Lo spirito di Athena si è reincarnato, e già tra noi e tra pochissimi giorni è destinato a rivelarsi in tutta la sua grandezza” “Quando Vulcano ci sconfisse” lo interrompe freddo Aries “e dilaniò il corpo di quella bambina, furono evidenti i segni che con lei si era spenta anche la vita di una dea. Se Efesto ha saputo uccidere Zeus tanto che adesso regna indisturbato sull’Olimpo, perché dovremmo pensare che in quel giorno terribile non ha saputo sconfiggere definitivamente Athena?” “Questo non lo so, ma..” “E’ tutto vero” stavolta è Deathmask a interromperlo con tono fermo “è tutto vero, io ho visto quella notte l’anima di quella bambina attraversare carponi il sentiero oscuro del Limbo, nell’aldilà. La luce della sua anima era innocente e purissima, ma ho saputo riconoscere anch’io che non brillava dello splendore di una luce divina”. “Quello che dite non ha senso..” dice di nuovo Mu, stavolta con un tono appena confuso “perché dovrebbe essere sopravissuta?”
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