(\\__SAINT SEIYA - Last Legion__//), la versione definitiva del testo, senza interruzioni e commenti

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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:22




=14=
“Siete voi che dovete fermarvi!” prorompe da fuori una voce, un nuovo colpo spalanca la porta che stavolta cade definitivamente sfasciata. Fuori ormai è buio e continua a piovere. Qualcuno entra coperto da un grosso mantello che lo nasconde interamente: “Mu! Guarda questo!” esclama portandosi al centro della stanza; porge qualcosa al padrone di casa, che al suono di quella voce familiare ha spalancato gli occhi incredulo e ha allentato la tensione del colpo che si preparava a scagliare. La forza terribile che stava per esplodere dallo sguardo di Shaka rientra, come riassorbita. Il volto gli si distende, e apre di nuovo gli occhi, ancora sfolgoranti ma ormai innocui. Qualcun altro entra attraverso il vano vuoto della porta, è Deathmask di Cancer. “Aphrodite?” sussurra Aries ancora stranito all’uomo che gli si è fatto davanti, ma il suo tono torna subito iroso “cosa diavolo succede? Che ci fate tutti qui?”.
“Guarda questo” gli dice di nuovo Aphrodite riferendosi alla pergamena che gli sta porgendo “i segni con cui sono scritte queste parole dovrebbero dire a te molto più di quanto non dicano a noi”. Shaka riconosce nelle mani del Saint dei Pesci la pergamena che stava portando in viaggio con sé, il cartiglio da cui tutto era partito. Devono avergliela sottratta nel loro precedente incontro. Questo medesimo pensiero balena anche nella mente di Shaina che subito rivolge uno sguardo stizzito a Deathmask. Questo dal canto suo sta fissando Mu con aria intenta. Il ragazzo resta in silenzio e osserva tutto con espressione seria.
Senza staccare gli occhi dal cappuccio pesante che ricopre il volto dell’uomo che ha davanti, Aries afferra quello che Aphrodite gli offre. L’aria ostile che gli aveva velato lo sguardo fino a quel momento lascia spazio per un attimo a un’espressione di pura sorpresa. “Sion!” esclama a mezza voce. Scorre con troppa rapidità i segni scritti sulla pergamena. La richiude subito restituendola in malo modo al Saint dei Pesci. “Andatevene, non mi importa niente” si volta verso il fuoco dando le spalle a tutti. “Non mi importa più né di Vulcano, né di Athena..” scandisce ogni sillaba quasi fosse una formula solenne e inesorabile “..né di voi”.
“Potrei credere a tutto, ma non crederò mai che tu abbia perso la fede” gli dice con calma Shaka. Mu scatta di nuovo, gli si fa sotto “Qua fuori c’è una tomba in mezzo all’erba”, lo fissa negli occhi durissimo, “la mia fede è sepolta laggiù!”.
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:22





=15=
E’ lo stesso cavaliere dell’Ariete a rompere il silenzio generato dalle sue ultime parole “Se volete aspettare che faccia giorno prima di andarvene potete restare nella legnaia” esclama con indifferenza; poi si gira e si incammina verso una porticina che, sulla sinistra della stanza in cui si trovano ora, dà in un altro vano. “Domattina non voglio trovarvi più.. non ho più nulla da dire”. Senza più voltarsi entra nell’altra stanza, dalla cui porta appena aperta esce un forte calore e una luce di fiamma. Jabu, il ragazzo che era con lui, lo segue e serra dietro di sé la porta.
“Ci parlerai di nuovo domattina, e anche il giorno dopo se necessario” sussurra Aphrodite a Shaka restituendogli la pergamena “sarebbe inutile insistere ora”. Shaina è la prima a tornare fuori, seguono Deathmask, Aphrodite e da ultimo Shaka. Continua a infuriare le pioggia. L’unico punto appena più asciutto sotto il tetto misero della legnaia è quello più a ridosso della parete esterna della casa. Shaina stende il proprio mantello in quel punto sopra il terreno fangoso. Deathmask si guarda intorno con aria insoddisfatta. Shaka si inginocchia sul mantello della sua donna e inizia a cercare qualcosa nella sacca da viaggio; lei si siede lì accanto e si passa le mani sulla fronte per tirarsi indietro i capelli bagnati: “ci avete seguiti?” chiede con calma a Aphrodite e Deathmask.
“No” le risponde Cancer “sono tornato al nostro rifugio dove ho trovato Aphrodite e i miei uomini” si siede lì accanto.
“Mi ha mostrato la pergamena che vi ha preso” continua il cavaliere dei Pesci “ne abbiamo parlato insieme e abbiamo lasciato immediatamente il gruppo”.
“Cosa avete detto a quelli che erano con voi?” lo interrompe Shaka.
“Quasi niente.. a quella gente non servono spiegazioni” gli risponde Aphrodite. Quando si cala giù il cappuccio del mantello Shaka e Shaina vedono per la prima volta le bende sudice che fasciano il capo del Saint dei Pesci e che lasciano solo una fessura minima, all’altezza degli occhi, per permettergli di vedere. Per quanto sia coperto da quello spesso strato di fasce si intuisce perfettamente lo strazio che gli ha devastato il volto: la sagoma pare vagamente asimmetrica, uno degli occhi pare più chiuso, e dall’altro lato deve mancargli del tutto un orecchio. Avvolta attorno al braccio destro e legata stretta attorno al palmo della mano porta una benda azzurra di velluto lucido che ha un’aria preziosa contrastante con la povertà dell’abbigliamento; deve essere il sacro nastro di Venere, lo strumento divino che amplifica enormemente la forza del cosmo di Aphrodite.
“Questi sono vostri” dice Deathmask lasciando cadere a terra qualche moneta, un fermaglio, un coltello e qualche altro oggetto di poco valore “erano nella vostra sacca”. Shaina riprende tutto con un gesto rapido e scuote il capo scocciata. Cancer la ignora e rivolto a Shaka: “Dimmi della pergamena di Sion..” chiede in tono grave.
Vengono interrotti da qualcuno che entra nella legnaia. Preceduto dalla luce della lanterna che tiene in mano, in silenzio si fa avanti il ragazzo che era con Mu, Jabu, come l’ha chiamato poco prima il padrone di casa. Porta con sé un fagotto di stoffa: si avvicina con sicurezza ai quattro sconosciuti e lo depone in mezzo a loro; ne tira fuori del pane e della frutta. “Avrete fame” si affretta a dire posando velocemente lo sguardo su ognuno.
“E’ stato lui a dirti di portarci del cibo?” gli chiede con fermezza Shaina.
“No” le risponde il giovane; poi indietreggia ma esita ad andarsene. Dopo un secondo prendendo coraggio dice “Tu sei Shaka della Vergine.. uno dei cavalieri d’oro”.
“Sì..” gli risponde Virgo “tutti noi siamo cavalieri di Athena, come Mu”.
“Ho sentito molte storie su di voi e sulle vostre battaglie..” riprende Jabu in tono ammirato. “Sei suo figlio?” lo interrompe Deathmask.
“No” risponde immediatamente “sono un suo allievo”.
“Allievo?”
“Il grande Mu è il mio maestro”. Solo ora che è così vicino e che è illuminato dalla luce della lanterna riescono a vederlo bene in faccia: ha gli occhi grandi e chiari e i capelli, lunghi fino alle guance ma raccolti dietro le orecchie, hanno il colore della sabbia asciutta. “Io sono l’unico che è rimasto con lui dopo che hanno distrutto tutto”.
 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:22




=16=
Vedendo l’aria interrogativa che si dipinge sui volti di Shaka, Shaina e Deathmask il ragazzo comprende che non sanno nulla degli ultimi avvenimenti; si siede con loro e inizia a raccontare: “Quasi quattro anni fa gli uomini di Vulcano sono venuti fin qui appositamente per distruggere la casa del grande Mu, dove io e altri giovani della mia età venivamo addestrati” una breve pausa “hanno dato fuoco a tutto finché la torre non è franata giù. Erano venuti per abbattere la fucina e non hanno smesso di colpire finché non l’hanno rasa al suolo”. Una nuova pausa, tutti tacciono ma il silenzio è coperto dal suono della pioggia che continua a precipitare con violenza.
“Perché la fucina?” chiede Shaka.
“Per fermare i lavori del grande Mu”; deluso di non poter soddisfare a pieno la curiosità che ha acceso i volti dei suoi ascoltatori Jabu conclude “Non ne so molto, ma il grande Mu stava lavorando a qualcosa di importante, qualcosa che evidentemente spaventava Vulcano” dopo aver nominato di nuovo il nome del dio unico che adesso regna sulla Terra il ragazzo sputa per terra con stizza. “Abbiamo combattuto tutti con grande impegno a fianco del grande Mu, quel giorno abbiamo visto il suo cosmo bruciare fino ai suoi limiti più estremi. Solo in quell’occasione l’ho visto usare le tecniche potentissime che prima stava per rivolgere contro di voi”.
“Dobbiamo essere orgogliosi, ci ha riservato un trattamento quasi esclusivo..” ironizza Deathmask.
“Hai parlato di addestramento” riprende Shaka ignorando le parole del Cancro “era una specie di scuola?”
“Non proprio.. Il grande Mu insegnava l’arte nobile del combattimento a Kiki, suo fratello minore” per un attimo le parole si colorano di un tono cupo “io e altri come me, giunti a conoscenza di questo, siamo venuti qui per chiedergli di poterci unire a quell’allenamento. Il grande Mu cercava sempre di dissuaderci ma in qualcuno di noi diceva di riconoscere una volontà davvero ferma e sincera, un’indole fiera e leale” quella stessa volontà pare illuminare anche adesso il volto del giovane e Shaka la vede chiaramente, come se anche nel cuore di quel ragazzo brillasse, ancora acerbo ma vigoroso, il cosmo ardente e luminoso di un Saint. Ora le sue parole sembrano evocare un ricordo nitido ma lontano: “Il grande Mu ci ripeteva sempre che anche se in questo mondo ormai non esiste più la possibilità di una guerra giusta, se anche la grande stirpe dei Santi di Athena è ormai estinta, perché non esistono più le sacre armature, il valore che può risiedere nei nostri cuori meritava di essere coltivato e indirizzato lungo la via della giustizia”. Tutti riconoscono nella sana saggezza di queste parole l’animo ragionevole e nobile del cavaliere dell’Ariete che conoscevano un tempo, e che ora pare sepolto sotto una pesante coltre di rabbia e di sdegno. “Tutto finì con l’assedio degli uomini di Vulcano: qualcuno dei ragazzi che erano con noi fuggì e a quelli che rimasero fu il grande Mu stesso a ordinare di andar via per sempre dopo la battaglia, perché era folle continuare a sperare quando il nemico da abbattere mostra di non conoscere né onore né pietà.”
“Quello scontro fu così duro?” chiese Shaina.
“Erano decine e decine e alla loro guida c’era un guerriero sconosciuto, molto forte e feroce ma che non ebbe nemmeno la lealtà di affrontare faccia a faccia il grande Mu” Jabu sputa di nuovo per terra con disprezzo “guidava l’assedio dalle retrovie e poi si dedicò di persona alla distruzione della fucina.. Fu lì che morì il piccolo Kiki” di nuovo si incupisce: “Il grande Mu gli aveva ordinato di non muoversi dalla fucina e se si fossero avvicinati di spostarsi via immediatamente usando la forza del pensiero. Ma Kiki gli disobbedì, e cercò di respingere da solo l’attacco. Era poco più di un bambino ma aveva lo stesso coraggio del grande Mu” il silenzio degli ascoltatori si è fatto più pesante “Il capo dei nemici doveva essere uno dei luogotenenti di Vulcano, tanto potente quanto miserabile, come il suo padrone. Combatteva usando solo il braccio sinistro, i suoi attacchi erano violenti e rapidi, Kiki riuscì ad evitarli saettandogli intorno col teletrasporto ma quando un gruppo dei suoi uomini lo raggiunse gli fu facile fermarlo e, senza nessuna pietà per la sua fanciullezza, volle ucciderlo di persona”.
“Tu lo hai visto?” gli chiede piano Aphrodite.
“Sì, quando ho visto gli uomini raggiungere il loro capo alla fucina li ho seguiti ma non sono arrivato in tempo..” un’ombra di rancore appesantisce la sua voce, chiude gli occhi e volta la faccia di lato, forse per nascondere alla luce della lanterna la lacrima che gli nasce solitaria tra le palpebre serrate: “ma sono arrivato appena in tempo per vedere il loro capo colpire a morte il piccolo Kiki stretto nella presa dei suoi uomini. Non erano venuti per uccidere, volevano solo tirar giù la fucina, lo abbiamo realizzato solo dopo, quando ci siamo accorti che si ritiravano subito dopo averla distrutta, ma hanno straziato ugualmente Kiki; forse solo per infliggere una ferita profondissima e insanabile nel cuore del grande Mu.”
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:23




=17=
Terminato il racconto il ragazzo se ne va in fretta, sparendo nel buio e nella pioggia. Fa per portarsi via la lanterna ma poi ci ripensa e la lascia ai nuovi arrivati. Ha ultimato il suo resoconto dicendo che da allora “il grande Mu” - come lo ha chiamato continuamente con sommo rispetto - era molto cambiato. Aveva cacciato via tutti gli allievi che erano rimasti ed erano passati diversi giorni prima che si rassegnasse all’idea che lui, Jabu, non se ne sarebbe andato. Adesso parla molto poco, anche con lui. Ogni suo gesto è carico di rabbia ad eccezione dell’atto con cui ogni giorno, all’alba, va ad inginocchiarsi sulla tomba del fratello, situata poco lontano dalla casa: nei pochi minuti in cui fa visita al piccolo Kiki il grande Mu sfoga tutta la sua tristezza e il suo dolore. Dalle rovine della torre dove vivevano fino all’attacco degli uomini di Vulcano hanno tirato su quel piccolo tugurio. Vivono modestamente scambiando del cibo con gli oggetti in ferro e piombo che Mu fabbrica nella sua nuova piccola fucina, la stanza attigua a quella col camino, quella in cui avevano visto sparire Aries subito dopo il loro incontro. Periodicamente Jabu scende nei villaggi vicini trainandosi un carro con cui attraversare i mercati. Il grande Mu dal giorno dall’attacco non si è più mosso da questo luogo.
Adesso i cavalieri si spiegano tutto l’astio con cui, irriconoscibile, il Saint dell’Ariete li ha accolti e comprendono come questo derivi dal dolore che da anni continua a maceragli silenziosamente il cuore. Ma molte cose devono ancora essere chiarite. Perché Mu era stato attaccato? Perché hanno cercato di distruggere la sua fucina? Fuori continua a diluviare. Le risposte sarebbero arrivate inaspettatamente solo con la fine della pioggia, l’indomani mattina.
 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:23




=18=
Il sole splende alto oggi, il cielo è completamente sgombro, come se col diluvio di ieri avesse dato fondo a tutte le sue riserve d’acqua; nonostante l’altitudine elevata la temperatura è gradevole. Nonostante il freddo, il posto scomodo e il rumore continuo dell’acqua che scrosciava giù i quattro cavalieri sono riusciti ad addormentarsi, molto tardi, e a riposare qualche ora. Shaina, finalmente libera del pesante mantello che portava addosso ormai da giorni, è fuori, a pochi metri dalla legnaia e si allena tirando un colpo dietro l’altro a nemici invisibili. Vedendo i muscoli del suo corpo flessuoso scattare rapidi contro l’aria mattutina e i suoi lunghi capelli lucidi muoversi nel vento, Shaka ricorda quanto sia fortunato ad avere quella donna al suo fianco, ma ricorda anche quanto sarà difficile affrontarla quando verrà il momento di dirle che la missione sarà troppo disperata per lei, e che lui non le permetterà più di seguirlo. Aphrodite è seduto su un masso lì vicino e pare osservarla incuriosito. Jabu è partito di buon ora col carretto, sarà di ritorno prima che faccia buio. Shaka è dentro la legnaia, in piedi con le braccia appoggiate sul basso recinto di legno, Deathmask, vicino a lui, vi è seduto sopra. Osservano Shaina che si muove nella brezza del mattino, sembrano entrambi assorti.
“Come hai avuto la pergamena di Sion?” E’ Mu che facendoglisi accanto interrompe il loro silenzio.
Shaka esita un attimo prima di rispondere, forse colto da un’ombra di diffidenza: “E’ stato lui a portarmela”. Sion, antico maestro di Mu, cavaliere dell’Ariete prima di lui e poi Grande Sacerdote del Santuario, era morto da anni, da prima che Vulcano conquistasse l’Olimpo. Mu resta in silenzio, non batte ciglio, la sua espressione cupa non si scompone; è evidente che aspetta altre spiegazioni.
“Il suo spirito mi è apparso mentre stavo meditando” riprende Shaka “nella mia mente sono riapparse le immagini del Santuario, bello e magnifico com’era un tempo” chiude gli occhi trasportato dalle proprie parole “e mi apparve un cavaliere d’oro, un guerriero imponente e maestoso, indossava il Cloth dell’Ariete e dal suo sguardo fiero e luminoso ho capito che le sue parole provenivano direttamente dalla bocca degli dei” nelle poche parole con cui Shaka descrive il volto di Sion, Mu riconosce con sicurezza i tratti del suo antico maestro. Per un istante restano tutti in silenzio; vedono che davanti a loro, fuori dalla legnaia, Aphrodite si è alzato e si è unito all’allenamento di Shaina: adesso lei vibra i suoi colpi contro il braccio teso di lui che glielo offre come punto in cui concentrare gli attacchi. Gli attacchi di Shaina si fanno sempre più rapidi e forti, ma il Saint dei Pesci li para quasi per inerzia, senza nessuna fatica. Shaka continua il suo racconto: “Lo spirito di Sion mi ha parlato di un’ultima estrema possibilità di abbattere Vulcano”. Si ferma un attimo per osservare le reazioni dei suoi interlocutori: “Presto si presenterà per noi una possibilità di rovesciare il regime di Efesto se torneremo a combattere uno a fianco all’altro”.
“Vulcano ora è molto più forte di quando lo incontrammo anni fa, dicono si sia forgiato un’armatura infallibile con cui ha potuto schiacciare perfino Zeus..” lo interrompe con voce calma Mu: le sue parole rivelano tutto il suo scetticismo, ma la tranquillità del tono mostrano come in fondo, nonostante tutto, non possa che fidarsi delle parole di Shaka, l’uomo più vicino agli dei.
“E’ vero, ma stavolta noi saremo pronti! E al nostro fianco pronta per la battaglia ci sarà anche Athena in persona” sia Mu che Deathmask tacciono, soprattutto Cancer non pare affatto stupito dalle parole che sente. “Lo spirito di Athena si è reincarnato, e già tra noi e tra pochissimi giorni è destinato a rivelarsi in tutta la sua grandezza”
“Quando Vulcano ci sconfisse” lo interrompe freddo Aries “e dilaniò il corpo di quella bambina, furono evidenti i segni che con lei si era spenta anche la vita di una dea. Se Efesto ha saputo uccidere Zeus tanto che adesso regna indisturbato sull’Olimpo, perché dovremmo pensare che in quel giorno terribile non ha saputo sconfiggere definitivamente Athena?”
“Questo non lo so, ma..”
“E’ tutto vero” stavolta è Deathmask a interromperlo con tono fermo “è tutto vero, io ho visto quella notte l’anima di quella bambina attraversare carponi il sentiero oscuro del Limbo, nell’aldilà. La luce della sua anima era innocente e purissima, ma ho saputo riconoscere anch’io che non brillava dello splendore di una luce divina”.
“Quello che dite non ha senso..” dice di nuovo Mu, stavolta con un tono appena confuso “perché dovrebbe essere sopravissuta?”
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:24




=19=
“Gli dei vivono perché gli uomini hanno bisogno di loro” ora è Shaka che parla, ha riaperto gli occhi, la solennità del suo tono e il fuoco vivo che gli arde nello sguardo rivelano tutta la solennità delle sue parole: “Athena è la dea della giustizia e della speranza, e continuerà a vivere finché esisteranno al mondo uomini di valore che sanno sperare” ora fissa Aries con determinazione, senza paura “per questo è terribile sentire uno dei suoi Santi cavalieri che bestemmia dicendo che ha perduto la fede”.
A quelle parole Deathmask, ancora appollaiato sul recinto della legnaia, sfiora con lo sguardo la sepoltura che tutti quella mattina, appena si era fatto giorno, avevano notato poco distante dalla casa. Il volto di Mu si accende di nuovo, sta per in infuriarsi come la sera precedente.
“Finché qualcuno al mondo avrà speranza nella giustizia” continua Shaka “Athena continuerà a vivere, e potrà arrivare ad essere forte al punto da schierarsi sul campo di battaglia ed abbattere il nemico”.
“Chi ha ancora speranza?” ora Mu scandisce le parole con una lentezza e una freddezza inquietanti.
“Tutti noi” gli risponde Shaka a mezza voce “anche tu in fondo”. Istintivamente tutti e tre chinano il capo e rimangono un attimo in silenzio, come se ammettere di avere ancora speranza in questo mondo alla rovescia sia una debolezza, un’illusione da bambini.
“Ma nonostante il nostro grande potere non sarà la nostra fede a far tornare Athena forte come un tempo” ora Shaka ha di nuovo il tono fermo di chi sa bene quello che dice “esistono al mondo cinque giovani uomini, cinque ragazzi coraggiosi che saranno gli ultimi valorosi difensori di Athena, Sion li ha chiamati i Cavalieri della Speranza. Sarà il valore del loro animo a restituire ad Athena la possibilità di rivelarsi sulla Terra e tornare a battersi.”
“Chi sono questi cinque?”
“Sta scritto qui” Shaka mostra di nuovo a Mu la pergamena “dopo che Sion mi ha parlato, appena ho aperto gli occhi, ho trovato questo cartiglio davanti a me.. è stato lui a portarlo, anche tu ieri hai riconosciuto la mano che ha tracciato queste parole”. Mu annuisce e Shaka continua: “Hai visto cosa c’è scritto: Athena tornerà sulla terra incarnandosi in un corpo umano. I cinque cavalieri della speranza sono dei giovani soldati il cui cosmo brucia del fuoco di cinque costellazioni – il Pegaso, il Cigno, la Fenice, Andromeda e il Dragone –” legge questi nomi direttamente dal cartiglio che ha in mano “sarebbero stati destinati alle armature di bronzo che rappresentano queste costellazioni, ma anche se i sacri Cloth non esistono più il loro valore e la forza del loro coraggio resta la stessa” usa queste parole perché sa che anche Mu le usava un tempo con i suoi allievi, è stato Jabu a dirglielo. In effetti Mu non riesce a trovare nessuna obiezione e sembra iniziare a convincersi; poi improvvisamente chiede “Sappiamo in quale corpo si reincarnerà Athena?”
“No, ma saranno i cinque cavalieri di bronzo a portarci da lei: il loro cosmo è potentissimo, se la storia fosse andata diversamente, se avessero potuto ottenere le armature che gli spettano e avessero potuto essere addestrati, secondo Sion sarebbero stati capaci di imprese mirabili, capaci addirittura di rivaleggiare contro di noi”. Stavolta Deathmask non può trattenersi dall’esibire un lungo sospiro che rivela il suo disaccordo con le ultime parole di Shaka.
“Uno di loro in particolare, ma non so quale dei cinque, cela in sé un cosmo davvero potentissimo perché è vicinissimo e legato a quello di Athena; dobbiamo trovarli tutti e sperare che il più forte di loro, quello che ha un animo più di tutti affine con quello della dea, ci illumini sulla sua identità terrena”
“Sperare?” gli chiede sarcastico Mu.
“Sperare!” risponde Shaka senza esitare “è il primo requisito che ci serve per questa missione”.


 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:26




=20=
“Dobbiamo trovare quei cinque ragazzi, i cinque Cavalieri della speranza, e grazie a loro trovare Athena, proteggerla e condurla da Vulcano a prezzo delle nostre stesse vite, per permetterle di sfidarlo faccia a faccia” spiega Shaka.
“Vulcano fiuterà la cosa?” chiede Deathmask.
Shaka: “Sicuramente! Per questo serve la forza di tutti i Gold Saints per portare avanti il piano”.
“Non sarà facile trovare tutti, io di qualcuno non ho più avuto notizia dall’ultima grande battaglia” questo in effetti è un problema reale a cui anche Shaka pensa di tanto in tanto “in più” continua Deathmask “in più attualmente hai all’attivo una donna, due ladri e un fabbro” la frase era partita con tono molto beffardo ma si conclude in modo meno pungente, poiché Cancer teme di stuzzicare troppo l’irascibilità di Mu che non sembra aver voglia di scherzare. Fortunatamente Aries ignora la provocazione. “Ho sentite dire che Shura ora si è dedicato interamente alla poesia.. probabilmente avrà dimenticato come si combatte..” dopo questa sferzata finale Deathmask torna serio: “Inoltre non abbiamo più le armature. Siamo stati sconfitti quando indossavamo i sacri Gold Cloth, dove possiamo arrivare senza?”.
A quelle parole Aries che pareva soprappensiero si smuove e si dirige in un punto poco lontano della legnaia. Sposta una piccola catasta di legna e scopre una specie di botola, scosta la lastra di pietra che la copre e smuove con la mano lo strato di terra che c’è subito sotto. Shaka e Deathmask lo seguono con attenzione. Dopo un istante solleva qualcosa di lucido, un lingotto; nelle botola ce ne sono altri. Shaka non sa di cosa si tratti ma i riflessi che quel blocco di metallo sprigiona sono la luce che si inizia a intravedere alla fine di un viaggio che non pareva essere iniziato sotto un buon auspicio.
“Questa è una particolare lega di tre metalli, è il progetto a cui stavo lavorando prima che..” Mu esita un attimo “prima che mi attaccassero, credo che Vulcano avesse avuto sentore di questa mia scoperta, e volesse impedirmi di portare avanti le mie ricerche”. Deathmask e Shaka ascoltano in silenzio “Si tratta di piombo, mercurio e platino. Sono tre metalli comuni, con nessuna proprietà speciale, niente a che fare con il sacro oro mistico dei nostri vecchi Cloth; né col potere altrettanto divino delle altre sacre armature, di bronzo e d’argento, che Vulcano distrusse tutte durante l’ultima battaglia”. Teneva in mano il blocchetto di metallo e lo mostrava agli altri due, era liscio, lucido, giallastro, poteva sembrare oro ma gli mancava la brillantezza e il bagliore che caratterizzavano il sacro metallo dei Gold Cloth. “Il mercurio dà leggerezza, il piombo resistenza, il platino con la sua caratura preziosa permette alle due nature tanto diverse degli altri metalli di rimanere legate. Presi singolarmente i tre metalli non hanno niente di prodigioso ma fusi insieme acquistano l’unica caratteristica che ci serve..” Shaka e Deathmask drizzano le orecchie “non possono più esser fusi”
A quelle parole Aphrodite che nonostante la lontananza deve aver ascoltato tutta la conversazione, lascia Shaina ai suoi salti e si affretta alla legnaia per unirsi agli amici.
“Questa lega è in grado di resistere a qualsiasi temperatura ed è perfettamente isolante: se costruissi un’armatura con questo materiale colui che la indossa potrebbe attraversare indenne anche le fiamme dell’Ade”. Gli occhi di Shaka si illuminano, Mu continua: “L’ho chiamato Kikjon, in onore di mio fratello che morì per difenderlo”. Il tono di Aries che si era animato vivacemente nel descrivere le proprietà della sua scoperta ora torna grave e cupo “lo hanno ucciso e hanno distrutto la fucina, ma l’hanno attaccata col fuoco e il Kikjon, che era nascosto proprio là sotto, fu sepolto dalle macerie ma rimase intatto.”
“Se non puoi fonderlo” chiede Aphrodite “come puoi lavorarlo per costruire un Cloth”.
“Devo lavorarlo a freddo, è una tecnica molto difficile ma con un po’ di tempo dovrei riuscire”
Erano anni che Shaka non sentiva più nel cuore una scossa di gioia tanto potente.
“Ma non c’è n’è abbastanza per fare dei Cloth completi” riprende Mu indicando la botola in cui c’è un numero imprecisabile di lingotti, ma evidentemente una quantità non troppo elevata; “posso fare qualcosa di un po’ più grossolano, come delle protezioni che saranno molto poco sofisticate ma dovrebbero coprire a sufficienza dodici guerrieri, per voi e per Shaina”.
“No” si affretta a interromperlo Shaka “per Shaina non serve, lei non verrà con noi all’ultimo scontro, da Vulcano”.
“Lei lo sa questo?” gli chiede Deathmask malizioso interpretando di fatto il pensiero di tutti i presenti che, conoscendo il pessimo carattere di Shaina, immaginano che sarà impossibile impedirle di fare di testa sua.
“Non importa, per Shaina niente armatura” risponde secco Shaka.
“Tanto meglio” riprende Mu “ne serviranno solo undici. Undici Cloth per undici cavalieri”.
“Perché solo undici?”
Mu risponde risoluto “Non servirà quella dell’Ariete, io non verrò con voi..” questa affermazione stronca l’entusiasmo che si era creato nell’animo di tutti.
“Mu, noi non..” cerca di parlare Shaka.
“Non dirlo neanche, non voglio sentire niente, non se ne parla..” lo interrompe con ferocia il Cavaliere dell’Ariete “Io posso anche credere alle tue parole, lo devo a te e soprattutto a Sion che ti ha parlato, e me ne hai mostrato la prova..” indica la pergamena che Shaka tiene in mano “ma preferisco disobbedire al mio maestro piuttosto che tradire il giuramento di non combattere più che ho pronunciato con in braccio il corpo straziato di Kiki”. Nessuno per il momento osa contraddire l’Ariete ma Shaka sa che nei prossimi giorni userà qualsiasi mezzo per tentare di convincerlo. “Undici Cloth per undici cavalieri!” ripete Mu con fermezza “questo è l’unico aiuto che avrete da me!”.
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:26




=21=
Mu ha lavorato per tutto il giorno e anche ora che è calata la notte si sentono i colpi del suo martello. Ancora accampati nella legnaia i cavalieri non possono fare a meno di udirlo.
Jabu è tornato prima del tramonto, quando ha visto da lontano che c’era ancora movimento attorno alla casa non ha potuto reprimere dentro di sé un senso di soddisfazione. Quando è entrato nella legnaia per riporre il carro in un angolo ha rivolto un cenno di saluto agli ospiti. Ha portato in casa tutto il carico ed è riuscito poco dopo per portare di nuovo del cibo nella legnaia, come la sera precedente: “Stavolta è stato lui a dirmelo” ha detto con un’espressione sollevata negli occhi.
I rumori della fucina non accennano a smettere ed anzi sembrano amplificati dal silenzio della notte serena. Shaka si è seduto in mezzo all’erba a gambe incrociate. Shaina lo osserva dalla legnaia: sa che sta meditando, sa che sta parlando con gli dei e che nessuno deve disturbarlo adesso, ma in questo momento sarebbe pronta a disobbedirgli pur di poterglisi sdraiare accanto. Appoggiati alle cataste di legna accanto a lei siedono in silenzio Deathmask e Aphrodite.
“Sarà una grande battaglia vero?” chiede Shaina a mezza voce come soprappensiero. Lei stessa quasi si stupisce delle proprie parole e i due che l’ascoltano sono colti di sorpresa: quella donna di solito ha dei modi tutt’altro che confidenziali.
“Sì” è l’unica cosa che riesce a risponderle Aprhodite.
Dopo un minuto di silenzio lei sorride tra sé e riprende “Vi ha detto lui di non dirmi niente?”.
“Sì” le risponde nuovamente il Saint dei Pesci. Non è vero, ma Aphrodite sa che questa è la risposta che avrebbe voluto Shaka. Dalla fucina il rumore degli arnesi di Mu non sembra avere intenzione di smettere. “Cosa avete fatto per tutti questi anni?” chiede Aphrodite a Shaina per distoglierla dai suoi pensieri.
“Shaka mi ha trovato pochi giorni dopo la distruzione del Santuario. Quando Vulcano scatenò il suo attacco io stavo per raggiungere il campo di battaglia ma ero già priva del mio Cloth: l’argento della mia armatura non ha saputo resistere neanche alla prima ondata di calore e l’ho vista liquefarsi prima ancora di poterla indossare. La temperatura stava diventando intollerabile e io mi sono dovuta arrendere ai miei limiti” questa ammissione pare bruciare ancora nel suo orgoglio, lo si avverte dal tono della voce ancora amaro nonostante i tanti anni passati “sono fuggita più veloce che potevo mentre le dodici case franavano alle mie spalle, sempre più vicino fino a rovinarmi addosso. Le stesse macerie che hanno fermato la mia fuga mi hanno seppellita permettendomi tuttavia di respirare e anzi proteggendomi dall’aria che si infiammava. Non so per quanto tempo sono rimasta là sotto svenuta finché qualcuno non mi liberò e il suo cosmo ancora forte nonostante la difficile battaglia venne in soccorso del mio” si ferma un istante per poi riprendere a parlare con tono più pacato: “Abbiamo lasciato la Grecia insieme e siamo andati in India, nella Terra di Shaka. Lui non lo ammetterà mai, ma di fatto ci siamo nascosti: il suo cosmo è tanto potente e tanto luminoso che sarebbe stato facile per Vulcano individuarlo” si volta e inizia a fissare con i suoi bellissimi occhi verdi un punto imprecisato nella notte “appena ha ricevuto quella pergamena ha scelto di partire nonostante sapesse che per lui sarebbe stato pericolosissimo, per questo non voleva che lo seguissi ma alla fine ha ceduto..” qui si interrompe di nuovo, ma stavolta non riprende a parlare: dà le spalle a Cancer e Aphrodite e fa per andarsene. Nella velocità con cui si va a sedere al lato opposto della legnaia si legge tutto l’imbarazzo che questo momento di confidenza non voluta ha causato alla sua indole scontrosa.
“Smetterà prima di domattina?” sussurra scocciato Deathmask. Aphrodite lo ha sentito, dapprima non capisce a cosa si riferisce, poi realizza che sta parlando di Mu e del rumore che viene dalla fucina, e sorride in silenzio sotto le bende che gli fasciano il viso.

 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:27




=22=
No, non avrebbe smesso fino a giorno fatto. Mu ha lavorato tutta la notte ininterrottamente. Jabu di primo mattino ha attraversato l’area libera davanti alla casa, portando con sé due secchi vuoti, ed è sparito tra gli alberi. Aveva l’aria stanca, deve essere rimasto sveglio anche lui accanto al suo maestro. E’ tornato qualche minuto dopo con i secchi pieni d’acqua. “Deve esserci una sorgente poco lontano..” ha pensato tra sé Shaina e si è ripromessa di recarvisi e, se le fosse stato possibile, finalmente spogliarsi e immergersi nell’acqua fredda. Già la sola idea di potersi togliere per un attimo i vestiti del viaggio per rinfrescarsi il corpo le dà un po’ di sollievo.
Come un suono improvviso che rompe il silenzio scuote chi lo sente, così il silenzio che si fa d’improvviso quando cessano i rumori del lavoro di Mu riscuote i cavalieri che quasi si erano assuefatti a quel suono martellante. Si alzano ed escono dalla legnaia: si avvicinano alla porta della casa di Mu, ma nessuno di loro osa entrare; forse tutti sono vagamente intimoriti dai modi scontrosi che il loro amico ora ha assunto. La porta si apre all’improvviso, Aries fa per uscire, testa bassa e sguardo pensieroso, ma si arresta di colpo quando alzando gli occhi se li trova davanti tutti e quattro fermi sulla soglia, che sembrano aspettarlo in silenzio; forse un guizzo di sorpresa gli è balenato negli occhi ma è stato subito nascosto dalla sua solita espressione accigliata. “Vieni con me!” esclama in tono secco rivolto a Shaka, poi si volta subito noncurante delle reazioni che può aver suscitato con le sue parole. Per nulla intimidito da quei modi spiccioli Shaka attraversa la soglia. Ne riesce non molto tempo dopo e la meraviglia si dipinge negli occhi di tutti i compagni. Shaina più di tutti resta stupita: l’uomo che da anni era al suo fianco ormai pareva aver accusato col tempo gli effetti di una lenta decadenza: il suo viso era rimasto bellissimo ed anzi la barba che si era lasciato crescere aveva reso la sua espressione più profonda, il corpo era rimasto tonico e attraente ma qualcosa aveva lentamente spento la bellezza del suo aspetto, come se la rassegnazione, la noncuranza e l’inazione che avevano stretto il suo animo in questi tempi bui avessero oscurato anche la luce nitida della sua immagine. Ora Shaka di Virgo pare aver riacquisito l’antico aspetto dignitoso e fiero: la luce tenue riflessa dai pezzi dell’armatura in Kikjon che indossa restituisce vigore alla sua immagine e la sua espressione è tornata ad esprimere l’assoluta sicurezza del guerriero vittorioso e la consapevolezza della propria forza. Già solo la sua figura potrebbe inquietare un nemico: questa mattina, dopo anni di buio e di silenzio, torna a brillare in tutto il suo splendore il cosmo del Cavaliere della Vergine.


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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:28




=23=
“E’ tornato il Saint della Vergine” esclama Mu con una sfumatura d’orgoglio nella voce; poi si volta e si incammina all’interno: “Onore a te, cavaliere di Athena” conclude a mezza voce.
Non ha potuto costruire un’armatura intera ma in effetti il Cloth che ha creato dovrebbe essere sufficiente a proteggere il corpo di Shaka che ora, sotto quella corazza brillante, sembra aver ritrovato l’antico vigore. Tutti riconoscono nell’aspetto della creazione di Mu una citazione dell’antico Gold Cloth di Virgo, e a tutti questo tributo alle sacre vestigia del passato piace: anche il nemico sul campo di battaglia potrà riconoscere nel Saint che gli si farà davanti per batterlo un cavaliere di Athena.
Dietro Shaka c’è Jabu, pieno di emozione per la scena che ha di fronte; i cavalieri che osservano Shaka rimangono in silenzio ancora per un attimo: sia Shaina che Deathmask hanno un’aria soddisfatta e qualcosa di simile forse si può indovinare anche per il volto di Aphrodite, nascosto sotto i bendaggi scuri. Alle spalle di tutti loro riprendono i rumori sordi del martello di Mu. Jabu torna dentro per aiutare il maestro.
“Dovremmo andare anche noi.. forse ha bisogno di aiuto” dice esitante Aphrodite.
“Non mi sembra” gli risponde sorridendo Deathmask indicando compiaciuto la nuova armatura di Shaka e forse già immaginando quale sarà l’aspetto della nuova armatura del Cancro.
I giorni trascorrono tranquilli. I cavalieri hanno il tempo di parlare della missione: la cosa migliore da fare secondo Deathmask è dividersi in due coppie: in questo modo ci vorrà meno tempo a rintracciare gli otto cavalieri d’oro restanti e i cinque ragazzi. Il viaggio sarà comunque lungo ma Deathmask, che molto ha girovagato in questi anni, sa indicativamente dove cercare i Gold; solo di un paio di loro non si ha notizia ma non è da escludere che ne sappiano qualcosa gli altri che via via rintracceranno. “Per i cavalieri della Speranza sarà un po’ più complicato” continua Deathmask “questi cinque giovani potrebbero essere ovunque, dobbiamo sperare di venire aiutati dalla fortuna”.
“L’armatura di bronzo del Dragone” ribatte subito Shaka “prima di essere distrutta, era conservata in Cina, alla cascata dei Cinque Picchi dove dovremo comunque andare per metterci sulle tracce di Dohko: possiamo sperare di trovare là almeno qualche informazione sul giovane custode del cosmo ardente del Dragone”; gli altri annuiscono, “Cominceremo da lì”.
Ma Shaina non è d’accordo con l’idea di dividersi e insiste perché i quattro rimangano uniti. Prima esita a riferire le ragioni della sua posizione, poi inizia a spiegarsi: “Shaka è l’uomo più vicino agli dei, lui può vederli quando con la meditazione espande la luce celeste del proprio cosmo; ma vale anche il contrario: degli uomini sulla Terra lui è quello che più di tutti può essere individuato dagli dei”. L’obiezione della sacerdotessa guerriero è assolutamente giusta, e gli altri lo sanno: ogni volta che un individuo brucia il proprio cosmo per battersi o per crescere in potenza accende nella sua anima una luce spirituale che la fa brillare nel buio dell’universo, rendendola per un istante più lucente di tutte le altre agli occhi degli dei. Per la forza immane del suo cosmo, il segnale che Shaka potrebbe mandare sarebbe talmente esagerato da funzionare come un vero e proprio faro che suo malgrado segnalerebbe costantemente la sua posizione a un dio che volesse raggiungerli. Un tempo questo effetto della grandezza del suo cosmo era schermato dal sacro Gold Cloth della Vergine che incanalava e amplificava questa luce negli attacchi di Shaka; ora questo non si sarebbe potuto pretendere dall’armatura in Kikjon. Per questo finora si erano nascosti in India, la casa natale di Shaka, una terra ricca di spiritualità dove la luce del suo cosmo, se si fosse accesa nell’universo, si sarebbe confusa con quella degli uomini di quel posto, la cui anima è sempre in meditazione e sempre rivolta alla ricerca degli dei e al raggiungimento del Nirvana.
I timori che ora muovono Shaina e che lei a quanto pare, per il suo carattere orgoglioso, non vuole arrivare a confessare esplicitamente riguardano la possibilità di un’offensiva da parte di Vulcano. Se il nemico decidesse di seguirli gli sarebbe facile individuare la luce fortissima del cosmo di Shaka, e se per fermarli gli schierasse contro tutte le sue forze, per quanto tempo loro due da soli riuscirebbero a difendersi? Sarebbero senz’altro in grado di tener testa a un esercito, Shaina non dubita nel del proprio valore in battaglia né tanto meno di quello di Shaka, ma fino a quando? Inoltre nulla si sa dei famigerati luogotenenti di Vulcano, se non che sono dotati di un potere tanto grande quanto perverso: e se davvero fossero all’altezza di un Gold? Se riuscissero davvero a dar del filo da torcere perfino a Shaka? Quanto potrebbero resistere loro due da soli?
Aphrodite, che ha osservato a lungo le ombre cupe delle preoccupazioni e dei dubbi che tanto spesso in questi giorni hanno oscurato lo sguardo brillante di Shaina, riesce ad indovinare quanto profonde e quanto personali siano le incertezze che ora scalfiscono il suo usuale temperamento indomito: Shaina sa che la sua presenza durante la missione sarebbe per Shaka tanto d’aiuto quanto d’intralcio, lo difenderebbe a costo della vita, di questo sono certi entrambi, ma sanno anche che sarebbe uno slancio reciproco, e piuttosto che vederla morire Shaka arriverebbe a sacrificare se stesso, ma stavolta forse non ne avrebbe né il diritto né la libertà perché la sua presenza sarà assolutamente necessaria quando i Gold dovranno fronteggiare Vulcano al fianco di Athena. Cosa farebbe dunque Shaka? Si preserverebbe in nome di Athena e della missione o metterebbe tutto a rischio per salvaguardare Shaina? Nei giorni cupi dell’era di Vulcano neanche il purissimo sentimento della nobiltà d’animo è sufficiente per indicare a un uomo la via da seguire.
 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:29




=24=
Queste sono le paure che muovono Shaina a insistere perchè tutti proseguano insieme, cosicché la loro forza sia più solida contro il nemico; Aphrodite lo intuisce e per questo si risolve a offrirle una soluzione: “Shaka, con questo neanche Vulcano saprebbe localizzare la presenza del tuo cosmo” si scioglie dal polso il sacro nastro di Venere e glielo porge. Quel gesto stupisce tutti ma in particolare Deathmask che sa quanto quel dono significhi per Aphrodite: nella forza che quell’oggetto mistico gli conferisce il Saint dei Pesci sfoga in battaglia tutta l’ira e lo sdegno che continua a provare per la ferita terribile e crudele che il fato per mano di Vulcano volle infliggergli anni prima; in tutti quegli anni, se non avesse potuto amplificare la sua forza e le sue abilità grazie al sacro nastro, Aphrodite sarebbe anche potuto impazzire per la rabbia ed il dolore.
“Non posso accettare” è la risposta ferma di Shaka “ma grazie comunque, amico mio” conclude fissando Aphrodite. Il suo sguardo ora è tanto profondo che pare celare in sé tutta la forza del cielo; e Aphrodite vorrebbe insistere ma sente che con quello sguardo Shaka lo sta osservando ben oltre la coltre di fasce sudice che gli avvolge il viso, dritto negli occhi, e poi ancora più dentro. Tace e continua a tenere il nastro tra le mani.
“Ma avete ragione entrambi” riprende Shaka riferendosi alle proposte di Shaina e di Deathmask: “viaggiare solo in due sarebbe troppo pericoloso” ammette “e tuttavia sarebbe molto utile dividerci per guadagnare tempo; presto anche Vulcano si accorgerà che sulla Terra sta tornando la dea della Giustizia e quando Athena si rivelerà Egli non esiterà a tornare ad attaccarla come già ha fatto una volta.” Riflette per un istante e conclude “Abbiamo bisogno degli altri Gold Siants, sbrighiamoci a trovarli e quando saremo in numero sufficiente ci divideremo per cercare i cinque e ragazzi e quindi trovare Athena”. Deathmask annuisce, è senz’altro l’idea più sensata. In quel momento esce dalla porta di casa Mu, sudato e visibilmente affaticato. Fa qualche passo in avanti e si ferma a pochi metri dalla soglia di casa; non degna neanche di uno sguardo i quattro cavalieri che siedono sull’erba lì vicino, davanti alla legnaia. Attende qualche attimo osservando con gli occhi stanchi il cielo nuvoloso e le chiome degli alberi scosse dal vento. Dopo pochissimo, forse appena ristorato dall’aria fresca che gli ha asciugato il volto, torna a lavoro nella fucina. Lavora ininterrottamente da giorni ormai, si ferma solo qualche ora, a tarda notte, per dormire e qualche minuto durante la giornata per recarsi in preghiera alla tomba del fratello. Jabu aveva detto che fino ad allora aveva fatto visita a Kiki tutte le mattine all’alba, quasi volesse iniziare le giornate rinnovando nella suo animo sofferente il ricordo del fratello. Adesso invece sceglie sempre momenti diversi, quando gli altri cavalieri non sono nei paraggi o sembrano occupati in altro. Loro intendono perfettamente che cerca di evitarli: i rapporti sono ridotti al minimo. Solo una volta Shaka è riuscito ad avvicinarglisi e a parlargli di nuovo della missione. Dopo aver ascoltato qualche frase in silenzio gli occhi di Aries si accesero di nuovo d’ira, ma quella volta riuscì a trattenersi e tornò ad affogare il proprio sdegno nella fatica del lavoro. Assistendo a quella scena da lontano e vedendo il volto del suo uomo iniziare ad abbattersi per la delusione Shaina pensò che l’antico Gold Saint dell’Ariete fosse ormai definitivamente perduto.
Nonostante cerchi di adeguarsi al contegno del maestro l’atteggiamento di Jabu è assolutamente diverso. E’ un ragazzo volenteroso e capace, assolutamente fedele al “grande Mu” ma allo stesso tempo enormemente rispettoso del valore dei quattro cavalieri che ha davanti, i protagonisti delle storie che da sempre aveva sentito. Quando riconobbe avvolto al bracciale destro dell’armatura in Kikjon di Shaka l’Akuryo Taisen, l’arma divina che, a quanto gli avevano raccontato, era stata creata da Buddha solo per il cavaliere della Vergine prima ancora che Vulcano usurpasse il trono di Zeus, il suo cuore ebbe un sussulto. Il sacro rosario della Vergine sarebbe stato in grado di fronteggiare in un solo attacco anche tutti i 108 i guerrieri delle stelle dell’Ade, se mai il dio degli inferi avesse voluto riversare il proprio esercito contro il mondo dei vivi. Al vederlo gli occhi di Jabu stavano per riempirsi di un entusiasmo quasi infantile, e solo a stento riuscì ad avere la meglio il contegno virile e fermo che sempre il giovane cercava di imporsi in quelle situazioni. “E’ solo un ragazzo” riflettè tra sé Shaka quel giorno “questi tempi oscuri gli hanno impedito di vivere la sua infanzia e lo hanno costretto troppo presto a confrontarsi da uomo col mondo” per un attimo il cavaliere di Virgo si chiuse in sé in un momento di tristezza macchiata d’ira, di vero sdegno “sono questi gli effetti più reconditi della dominazione di Vulcano..”. Si riprese immediatamente e pensò che i cavalieri della speranza dovevano essere più o meno ragazzi di quell’età, chissà come erano state le loro vite? Chissà se avrebbero compreso l’importanza del loro destino?
 
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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:29




=25=
E’ Jabu che trova il tempo di occuparsi dei quattro cavalieri, che nel frattempo sono sempre rimasti accampati nella legnaia: Mu non ha neanche tentato di trovargli una sistemazione migliore, né loro hanno mai osato chiedergli niente. Jabu porta loro del cibo, acqua, gli ha spiegato quali sono i posti migliori per cacciare e come muoversi nei boschi che circondano la casa. Ora che Aries è impegnato giorno e notte nella fucina pensa lui a tutto quello che serve per la casa. Stamattina è partito presto per tornare col carro al villaggio a valle.
Dopo le ultime due giornate cupe, di vento e di freddo, in cui pareva che il mondo volesse mostrarsi malevolo e ostile verso qualunque attività dell’uomo, oggi è tornato il sole. Non fa molto caldo ma nel cielo il grigio della coltre di nubi ha lasciato spazio a un azzurro sereno. All’alba Aries ha annunciato, affacciandosi nella legnaia, che per il giorno seguente tutte le armature sarebbero state pronte. Shaka lo ha ringraziato ma dopo avergli risposto solo con uno sguardo appena conciliante, Mu se n’è immediatamente tornato dentro, di certo per evitare di sentirsi rinnovare ancora la richiesta di riflettere sulla propria scelta.
Approfittando di un attimo di calma Shaina si è allontanata. Il rivolo che rifornisce d’acqua la casa forma un piccolo lago poco distante dal limitare del bosco. E’ uno specchio d’acqua abbastanza profondo al centro, ma poco esteso; così circondato dagli alberi e accarezzato dalla luce del sole filtrata dalle foglie forma un quadretto piuttosto gradevole. In barba al sole che brilla alto nel cielo l’acqua è assolutamente gelida. Shaina non ci fa caso: il suo temperamento guerriero non l’abbandona neanche in momenti come questo.
Mentre il suo corpo nudo entra nell’acqua fredda si sente rigenerare. Il brivido che le percorre la schiena le fa chiudere gli occhi. Ha la pelle molto chiara e i capelli hanno lo stesso colore dell’erba baciata dal sole. E’ entrata camminando fino al punto in cui l’acqua le arriva all’ombelico; ora si lascia andare all’indietro, sparisce sotto la superficie per riemergere un attimo dopo. Sgombra il volto dai capelli bagnati e si butta di nuovo indietro, stavolta con lentezza, come per sdraiarsi e galleggiare immobile sulla superficie cristallina. Le sue forme sinuose scivolano leggere sotto il velo d’acqua fredda. Quell’istante di pace e quella freschezza pare tonificarle non solo le membra ma anche lo spirito. Dopo qualche minuto si solleva di nuovo con tutte le spalle fuori dall’acqua; per un attimo le si vede il seno, bellissimo e solleticato dal freddo, poi si volta di nuovo nell’altra direzione e Deathmask, che la sta guardando da dietro un tronco, le vede di nuovo la schiena candida carezzata dai capelli bagnati. Quando l’ha vista allontanarsi l’ha seguita, e quando lei ha iniziato a spogliarsi ha deciso di rimanere e ha continuato a guardarla in silenzio. Il corpo di Shaina è bellissimo, muscoloso e tonico, e la sua età adulta lo ha come impreziosito, poiché conferisce alle sue movenze quella sicurezza e quella femminilità definita che raramente si trovano nelle giovanissime. Le sue fattezze che già si indovinano perfette sotto i vestiti, ora che sono scoperte impediscono del tutto a Deathmask di distogliere lo sguardo. Ma è lei a scuotersi di colpo. Si guarda intorno; il suo sguardo, prima smarrito per un attimo in quella sensazione di dolcezza pungente, ora si acceso di nuovo ed è tornato vigile come quello di un cobra pronto al morso. Anche Deathmask, allertato dal movimento di lei, si è scosso: lo ha sentito? Resta immobile per capire che succede.
Lei esce velocemente dall’acqua. Si guarda intorno ritta in piedi sulla riva, afferra uno degli indumenti che aveva lasciato lì vicino. Ma non ha fretta di coprirsi; resta immobile e in silenzio.



 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:30




=26=
E’ ancora nuda e regala a Deathmask un’ultima immagine della sua figura intera vista da dietro, del suo corpo chiaro, lucente al sole perché ancora bagnato. E’ del tutto impudica; o forse è impegnata a perlustrare con un impercettibile movimento degli occhi le immediate vicinanze. Cancer non capisce, ma lei deve aver sicuramente fiutato la presenza di qualcuno. Si lega attorno alla vita il panno che ha in mano – forse è la sua blusa verde – ancora con apparente calma si china di nuovo, afferra un sasso e poi rapidissima lo scaglia dritto davanti a sé, nella direzione opposta a quella in cui si trova Deathmask. Colpisce qualcosa che si muove tra gli alberi. Il cavaliere del Cancro si scosta dal tronco per vedere meglio. Lo sconosciuto colpito da Shaina balza fuori dai cespugli e le si posiziona davanti senza paura. I piedi distanti ben piantati a terra, è piegato sulle ginocchia, il baricentro in basso, le braccia protese in avanti e le mani ad artiglio. Ondeggia e la guarda con aria di sfida, come un serpente che scruti la preda. Con aria meno cerimoniale ma altrettanto minacciosa lei lo osserva con sguardo fiero. L’unica protezione che il nemico ha sui vestiti è un giustacuore di cuoio sul petto che sembra piuttosto pesante; la sua carnagione chiarissima e solo un ciuffo di capelli bianchi gli parte dalla fronte e gli arriva alla nuca dove, stretto in un laccio, poi gli cade sulle spalle diviso in tante trecce. Deve essere albino, ma anche il suo volto ha qualcosa di strano, ha i lineamenti finissimi e uno sguardo inquietante. E’ lui il primo ad attaccare: Shaina si difende senza problemi volteggiando nell’aria col suo corpo leggero. Ora lo vede più da vicino, ecco cosa c’era di strano in quello sguardo: solo due schegge scure osservano Shaina da sotto le palpebre, come fossero gli occhi di un rettile. Shaina attacca colpendolo in faccia col piede nudo, lui accusa la forza del calcio ma contrattacca subito: “POISONOUS FANG!” sibila tra i denti. Shaina non è impreparata: lo schiva e carica contemporaneamente un colpo altrettanto potente, artiglia le mani e “THUNDER CLAW!!” urla con ferocia. L’avversario incassa.
Deathmask esita a intervenire, Shaina non sembra in difficoltà ma le due tecniche che si scontrano scontrate si somigliano molto; lievemente più debole quella del nemico che cade un attimo a terra, ma con un unico scatto si rialza e salta addosso alla donna. Lei gli afferra la faccia con la mano e le sue unghie affilate penetrano in quella carne color latte. La battaglia sembra in una fase di stallo, i due stanno lì stretti come due serpenti avvinghiati l’uno all’altro, cercando ognuno di atterrare. Deathmask interviene: corre verso i due e afferra alle spalle il nemico di Shaina. Questo, colto di sorpresa dalla forza di Cancer viene strappato via e cade per terra, ma in quel momento forse la sacerdotessa guerriero è più stupita di lui dalla presenza del nuovo arrivato che per essere arrivato così in fretta doveva essere estremamente vicino. Il nemico si rialza, inizia a essere malconcio ma non sembra volersi arrendere. Ora punta col suo sguardo torvo sia Shaina che Deathmask, i quali hanno un’aria tutt’altro che intimorita. Non è un nemico molto forte ma sembra avere un’ottima resistenza. Il momento di silenzio in cui l’albino li scruta è interrotto da un suono leggero sulle loro teste. Sulla superficie dell’acqua vedono riflessa un’immagine che rapidissima si staglia contro il cielo e salta al di là dei combattenti, alle spalle del nemico sconosciuto.
Avvolto nei pezzi brillanti di una corazza leggera un uomo con una maschera di metallo che gli copre il viso sembra fissarli in silenzio. Stavolta la sola vista di una figura tanto imponente intimidisce lo straniero. Shaina, ancora quasi del tutto svestita, pare aver capito di chi si tratta. Deathmask lo riconosce subito per il nastro di velluto azzurro che gli sventola brillante appeso alla cintura, come un vessillo di vittoria: “Aphrodite!” esclama con un sorriso soddisfatto.


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Shaka_81
view post Posted on 29/7/2006, 16:30




=27=
L’armatura in Kikjon che Mu gli ha confezionato sembra più leggera di quella di Shaka e il metallo ha un colore più scuro, come l’antico Gold Cloth di Pisces. Aphrodite la indossa ora per la prima volta: la sua figura slanciata torna ad avere il portamento fiero di un tempo; per il suo volto sfigurato Mu ha provveduto a munire l’armatura di una maschera che nascondendo al mondo l’orrore del suo viso restituisce al cavaliere la sicurezza di poter camminare a testa alta.
Il nemico ora pare spaventato dallo sguardo che sente lo sta minacciando attraverso le fessure della maschera; non si accorge neanche di cosa accade quando sente dire “BLOODY ROSE!!!” e si vede piantata in petto una rosa candida che ha oltrepassato il giustacuore di pelle quasi fosse un velo trasparente. Cade in ginocchio come un peso morto lasciato cadere a terra a terra.
“Le forze lo abbandonano lentamente” esclama con calma senza muoversi Aphrodite. Una folata di vento increspa la superficie dell’acqua e solleva il nastro lucente che porta annodato alla cintura. “Se la sua pelle avesse un colorito normale” continua il Saint dei Pesci con un velo di ironia “adesso la vedreste impallidire lentamente” una pausa, si avvicina al corpo agonizzante del nemico: “mentre i petali si accendono di colore, fino a diventare rosso sangue..” e in effetti il cuore della rosa bianca si stava imporporando lentamente ma a vista d’occhio. Deathmask resta impassibile. Un brivido percorre la membra di Shaina: forse è il vento che le sfiora le pelle nuda, forse è la scena macabra di quella morte lenta o forse è il freddo della voce di Aprhodite: non lo aveva ancora visto combattere e ora le sembra molto diverso dal cavaliere dei Pesci che ricordava ai tempi del santuario.
Alle loro spalle accorre velocissimo Shaka; il suo primo sguardo è per Shaina che si sta rivestendo. “Tutto a posto” lo tranquillizza lei prima ancora che lui possa parlarle “ce l’avrei fatta anche da sola”.
“E’ vero, non era molto forte..” conferma Aphrodite con tono neutrale.
Shaka si avvicina al corpo dello sconosciuto. Si stupisce alla vista di quel volto animalesco, ma non si scompone. La rosa sta diventando scarlatta.
“Ti manda Vulcano?” Gli chiede con fermezza. Lui sibila qualcosa ma forse è troppo debole per parlare; eppure nei suoi occhi bestiali c’è ancora aria di sfida.
Shaka si china su di lui, estrae la rosa dal petto macchiandosi le dita di sangue. Con la stessa mano afferra il mento dell’uomo sporcandogli del suo stesso sangue la pelle cerulea: “Ti manda Vulcano?” ripete con più fermezza.
L’uomo a terra non risponde ancora. Si avvicina anche Deathmask ma l’albino continua a osservare solo Shaka, attratto evidentemente dal brillare della sua armatura screziata dal sole.
Il cavaliere della Vergine gli strappa di dosso il giustacuore. La veste di panno che c’è subito sotto è lacerata e sporca di sangue all’altezza del cuore. Shaka si alza, posa un piede sopra la ferita, poi inizia a premere sempre più forte calpestando con sempre più veemenza ma lentamente la piaga aperta. Il nemico inizia a contorcersi e contrarre il volto per il dolore, dalla bocca ora si vedono dei denti sottili e aguzzi sporchi di sangue. La ferita della rosa di Aphrodite è minuscola ma profonda. Una volta estratto il fiore che succhia la linfa vitale c’è qualche possibilità che la vittima sopravviva se non ha già perso troppo sangue, ma il dolore causato dalla piaga aperta calpestata con quella forza è lancinante. Deathmask vicinissimo al volto del nemico gli chiede: “Sei uno degli uomini di Vulcano?”.
Dopo un sibilo prolungato l’uomo a terra risponde: ha la voce roca e innaturale, come i tratti del volto, ma a vedere così da vicino il suo viso si può indovinare che è un ragazzo piuttosto giovane, non più vecchio di Jabu: “Siamo tutti uomini di Vulcano.. Vulcano è il dio di tutte le creature..”.
Deathmask alza le sopracciglia in un’espressione di esagerata e fasulla compassione, sotto gli occhi uno dei suoi sorrisi sinistri. Gli mostra un dito, l’indice teso della mano destra. Il giovane a terra sembra non capire, continuando a emettere un suono lamentoso per il dolore che Shaka gli causa muovendogli il piede contro il petto. D’improvviso vede un punto di luce verdognola comparire da quell’indice teso, e dietro questo il volto di Deathmask che ancora lo fissa. E’ tutta la forza del cosmo del cavaliere del Cancro che si sta concentrando in un punto e si prepara a dar vita alla sua terribile tecnica d’attacco.
 
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lune
view post Posted on 29/7/2006, 16:30




=28=
“No” sente dire Cancer e alza lo sguardo verso Shaka “ancora non è arrivato il momento di farlo passare attraverso la porta dell’Ade”. Deathmask abbassa la mano, l’avversario ha lo sguardo terrorizzato.
“Torna a strisciare dal tuo dio, e digli quello che hai visto oggi..” esclama solenne Shaka. “Digli che i cavalieri di Athena stanno tornando da lui”. Deathmask si alza e fissa stupito l’amico. Shaka dà al ragazzo un’ultima spinta col piede sul petto poi, dal momento che rimane immobile, lo colpisce a un fianco: “Vattene..”.
L’albino è debole, ha perso molto sangue, si volta e solo con fatica riesce ad alzarsi in ginocchio sibilando qualcosa tra i denti. Quando alza lo sguardo vede davanti a sé ancora in piedi immobile il cavaliere dei Pesci, fiero, feroce e silenzioso nella sua corazza brillante. L’avversario sussulta per lo spavento e la paura pare fargli trovare le forze che gli permettono di trascinarsi più lontano dallo specchio d’acqua, e sparire tra i cespugli bassi, arrancando con fretta e premendosi le mani sul petto.
“Che diavolo ti è preso?” subito scatta incredulo Deathmask rivolto a Shaka “perché l’hai mandato via?”
“Venite a vedere” è la risposta di Shaka. Si incammina e tutti lo seguono. Il dubbio di Deathmask è condiviso da tutti: la sorpresa era un elemento fondamentale della loro strategia, questo era stato l’argomento di tutte le loro ultime discussioni. Impedire a Vulcano di sospettare del ritorno dei cavalieri e soprattutto del risveglio di Athena sarebbe stato un vantaggio prezioso. Un vantaggio che ora sarà cancellato dalle parole che quel ragazzo riferirà al suo padrone.
Mentre si spostano Shaka prende per mano Shaina e la tira a sé, gli occhi verdi di lei bruciano di rabbia. Li conduce a pochi metri dal punto in cui si trovavano. Là a terra c’è una coperta, un coltello e dei resti di cibo.
“No!” sussurra sconcertato Deathmask. Ora inizia a capire la scelta di Shaka.
“L’ho visto mentre vi raggiungevo” spiega con calma Shaka “doveva essere qui da giorni”.
“Una spia!” esclama Aphrodite incredulo, e con un’ombra di stizza nella voce: con i sensi acuiti dal sacro nastro di Venere lui si sarebbe potuto accorgere di qualcuno che li osservava da lontano.
“La sua aggressione non sarà stata pericolosa” riprende Shaka “ma quel ragazzo non era uno qualunque: avrete sentito anche voi il cosmo che gli brillava dentro e che non smetteva di sorreggerlo anche quando ormai pareva spacciato” una breve pausa, tutti annuiscono: “è stato abile a non farsi individuare, forse si spostava cambiando sempre nascondiglio”
“Quanto avrà sentito?” chiede Shaina, ora la rabbia è diventata preoccupazione.
“Abbastanza temo, per questo ho pensato di lasciarlo andare..” si rivolge a Deathmask “è andato via abbastanza malconcio grazie alla rosa bianca di Aphrodite e nei tuoi occhi ha visto il buio della bocca dell’Ade. Ci ha visti in armatura e lo riferirà a Vulcano mettendolo in allarme” il cavaliere del Cancro ora comprendere dove Shaka voglia andare a parare. “Se riusciamo a incutergli almeno un po’ di timore attireremo la sua attenzione su di noi” conclude Shaka “e se abbiamo un po’ di fortuna, finché è impegnato a tenere testa a noi non si preoccuperà di cercare Athena”. E’ stata un’idea sensata, lo sanno tutti ma la speranza di potersi muovere almeno per qualche tempo indisturbati li abbandona definitivamente.
“Li abbiamo invitati ad attaccarci” esclama Aphrodte attraverso la maschera lucente: “torneranno e noi dovremo resistere il più possibile”
“Dobbiamo trovare gli altri il prima possibile..” dice Shaka risoluto, “dobbiamo partire al più presto”.
 
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