| =7= E’ l’aura di gelo che accompagna la persona di Camus, cavaliere dell’Acquario, sceso dall’undicesima casa in soccorso dei compagni. Stringe le mani in unico pugno che tende prima contro la volta celeste, arroventata come il cuore di una fucina, e poi contro il nemico che già ha sguainato due delle sue spade: “AURORA EXECUTION!!” un lampo di luce azzurra e bianca balena tra le mani di Aquarius, ma immediatamente si spegne. La potente tecnica del cavaliere dell’undicesima casa non riesce nemmeno a compiersi perchè il raggio di gelo che cerca di creare non sopravvive a quella temperatura impossibile. Stupore e rabbia attraversano il volto di Camus, chi è questo nemico? il Gold che forse più di tutti potrebbe tollerare l’atmosfera incandescente che quel guerriero invincibile ha creato per schiacciare gli eroi di Athena non può scagliargli contro nessun attacco ed è praticamente disarmato. Con l’aria nobile che mai l’abbandona Camus chiude gli occhi e alza le mani al cielo: le chiome del colore dei mari del nord iniziano a muoversi leggermente, scosse da lievi raffiche di vento. “Coraggio, non riuscirò a tenerla a lungo”. Il cavaliere dell’ Acquario ha creato attorno a sé uno spazio di aria fredda che allarga fino a ricoprire tutto il terreno di battaglia. I gold a terra e quelli ancora in piedi tornano a respirare protetti dalla cappa refrigerante. Il volto di Camus rivela più delle sue parole che lo sforzo è immenso e che quell’effetto benefico non durerà a lungo. “STARDUST REVOLUTION!!”: Mu tenta un nuovo attacco che piove verticalmente contro il nemico ignorando le parole che Shaka gli aveva rivolto. Ma il cavaliere della Vergine comprende le intenzioni di Aries. Questo nuovo colpo non spera di intaccare la resistenza del nemico punta piuttosto a distrarlo: Dohko, rigenerato dall’aria fresca diffusa da Camus, schizza in direzione di Aioros che, sfinito, stringe ancora la piccola Atena al petto. Gli occhi gli si riempiono di lacrime nel vedere la sofferenza della bambina che è quasi soffocata dalla violenza delle proprie urla. Ma è lì per qualcos’altro, sembra cercare qualcosa: perquisisce l’armatura del Sagittario, cerca qualcosa all’altezza del cosciale destro. Ma l’arco non c’è. L’arma invincibile che permetterebbe a un uomo addirittura di rivaleggiare contro un dio è andata perduta. Non trova niente, solo lo sguardo di Aioros rassegnato che sembra tentare di riappropriarsi delle forze approfittando della cappa di aria fresca. E’ un tentativo inutile, la fatica sta per sopraffare Camus, cerca di resistere bruciando al massimo il proprio cosmo ma con un nuovo urlo di guerra il nemico rinforza il proprio attacco: la temperatura sale ulteriormente, la terra trema di una nuova scossa, esplosioni in lontananza, rivoli di lava ormai scorrono dalle spaccature del suolo e si diffondono come il sangue sparso sul campo di una battaglia persa. Alle spalle del guerriero invincibile il palazzo del Gran Sacerdote rovina giù, sollevando una nube di polvere nefasta; dalla statua di Athena si stacca e si schianta al suolo il braccio destro, quello teso in avanti che porta in mano l’effige di Nike, la dea della Vittoria, ormai in frantumi. Con un movimento fin troppo fluido per chi ha un arto inferiore menomato il nemico si sfila dalla schiena dell’armatura tre lame arroventate, quasi avesse con sé una faretra incantata che ne contiene una riserva apparentemente inesauribile. Le scaglia con velocità molto superiore a quella della luce contro il corpo teso di Aquarius. Camus schiva i colpi, solo l’ultimo gli sfiora una guancia, ma per muoversi perde la concentrazione, e il globo d’aria respirabile si affievolisce sempre di più. Dohko ha lasciato uno dei suoi scudi ad Aioros che lo usa per coprire il corpo della bambina. Torna dagli altri: passandogli davanti lascia ai piedi di Aquarius un tridente, e gli sfiora una spalla con la mano. Camus si è inginocchiato e cerca di mantenere ancora per qualche attimo la cupola d’aria che ormai si sta spegnendo. Libra dà a Mu una delle spade divine, a Saga le barre gemellari; Shaka prende il tonfa che gli viene offerto, ma Dohko legge nei suoi occhi che non ha nessuna intenzione di usarlo. In quell’istante un nuovo fragore: è il corpo di Aioria che viene ribattuto al suolo con violenza inaudita. Il cavaliere di Leo, forse il più ardito e irriducibile tra i Saints, rigenerato dal soffio di Aquarius aveva raccolto le ceneri del proprio cosmo e si era rialzato tentando di colpire di nuovo il nemico con il Lightning Plasma. Un errore molto sciocco: non si ripete mai due volte la stessa tecnica nella medesima battaglia. La reazione dello sconosciuto è stata brutale: Aioria ha ricevuto un colpo fortissimo al petto ed è ricaduto più indietro, più vicino asuo fratello, il suo cosmo non si è ancora spento ma sbatte violentemente la testa . In un attimo l’aria torna di fiamma, Aquarius cade in ginocchio senza più forze, impugna il tridente ma non riesce a rialzarsi subito. La vampa di aria calda stavolta stordisce anche gli ultimi cavalieri e Dohko, Shaka e Mu si accasciano a terra; da ultimo anche Saga cede e la sua volontà indomita pare iniziare a piegarsi sotto il peso della certezza della sconfitta. Al santuario le dodici case dello zodiaco iniziano a rovinare giù. La sofferenza e la vergogna dei santi di Athena è rotta da parole da un suono terribile al punto che pare provenire dal cuore di una fornace più incandescente e magica di quella delle stelle: “Così cadono i paladini di Athena” è il guerriero sconosciuto che parla; si toglie l’elmo, una luce divina gli arde negli occhi: “Così cadono i difensori degli uomini. Schiacciati e sepolti dalle stesse armature che ne hanno fatto la grandezza”. E’ oggi che finisce la storia gloriosa dei Gold Cloth, le sacre vestigia delle costellazioni dello zodiaco; è qui che vengono distrutte, oggi, nell’ultima battaglia del santuario. Iniziano a fondere, si sciolgono addosso ai cavalieri e ne cuociono le carni, accompagnandoli lentamente alla morte.
Edited by Shaka_81 - 18/5/2006, 18:16
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