Ogai |
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| Shaka, ti capisco, ma non sono convinto sia del tutto vero quello che dici sul discorso nomi originali che avrebbero scioccato noi bambini di 8 anni...Quando ne avevo 5-6 chiamavo Mazinger con Mazinga, Actarus con..Actarus ...Tetsuya lo chiamavo...Tetsuya!! Guardavo Sampei (che chiamavo Sampei,cosi' come Pyoshin,ecc.) e ho chiesto per ANNI le "polpette di riso"(perfetta traduzione di quello che in jap e' chiamato onigiri) senza che mia madre riuscisse mai a trovarle...(in molti anime vengono passati per dolcetti..) Questo significa a mio avviso solo una cosa.E' la sensibilita' e la cultura del traduttore che ne determina la qualita'. Ora,alcuni (i migliori,i pioneri degli anni 70) sono filonipponici e trasportano intergralmente il giappone e la sua cultura,altri sono invece piu' filoamericani e di solito mettono assonanze inglesi (Holly e Benji sono tutti AMERICANI????Diamond,Becker,Lenders,Ross,????) altri italianizzano il tutto e Hiroshi diventa Mario,Ryoko diventa Fabrizio,ecc.
Il mio pensiero e' abbastanza netto.Una serie e' jappo?E' ambientata in jappo,hanno i loro modi,nomi,cibi,ecc. che non sono i nostri.Punto.I bambini non la capiscono?Ok,vuol dire che NON E' una serie per bambini..
Che poi alcune cose nella traduzione italiana siano riuscite benone (ci sta il discorso cavalieri,anke se "sacri guerrieri" non mi sembrava poi cosi' intraducibile..) e che ankio chiamo spesso i personaggi con i loro nomi italiani (il che mi ricorda bei tempi andati) non giustifica secondo me le barbarie narrative perpretate a noi poveri appassionati..
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